ABRUZZO – L’On. D’Alfonso su direttiva Bolkestein e nuova sentenza Consiglio di Stato:
«La sentenza del Consiglio di Stato in merito alle concessioni demaniali balneari emessa il 30 aprile scorso mi porta a riproporre alcune considerazioni:
- La categoria dei balneatori è fondamentale per la collocazione turistica dell’economia abruzzese, ha un carico sociale e occupazionale significativo e contribuisce all’identità di questa regione;
- la sentenza risalente del Consiglio di Stato targata 2021, a firma di Filippo Patroni Griffi, contiene in sé la soluzione: a pagina 47 (vedi sotto) vi si dice che il bando può prevedere procedure ad hoc che tengano conto dello specifico delle realtà attuali, con tutte le loro esperienze, peculiarità e caratteristiche di gestione locale;
- nel quadro di una attesa riforma del demanio – di cui avremmo bisogno, anche se allo stato non è incombenza nell’agenda del governo – è utile precisare per prima cosa che la gara per le concessioni deve essere fatta, selezionando il tipo di gara da esperire e la grandezza della stazione appaltante (comunale, provinciale, regionale o nazionale), anche perché le stesse possono essere corrispondenti a livelli territoriali ottimali da sagomare;
- la mappatura è la misurazione della consistenza del valore in ragione della quale si fa la gara; senza mappatura non si possono fare le gare né attivare eventuali piani di project financing, che potrebbero prevedere collaborazioni fattive e sostenibili tra enti locali, imprenditori e autorità competenti alla tutela del bene e dei principi di concorrenza;
- ci sono due direttive europee, la 2014-89-UE e la 2008-56-UE, che affidano anche agli operatori economici la responsabilità di quote di tutela dello spazio marittimo; è difficile immaginare che chi viene da fuori – estraneo alla conoscenza complessa dei luoghi – sia interessato a farsi carico di profili progettuali di questo tipo;
- il bando deve avere ben chiari i punteggi da stabilire e assegnare, cosa far valere di più e cosa di meno, in ragione della cultura della sostenibilità; l’alternativa è che arrivi qualche mega-marchio portatore di estraneità a stravolgere tutto;
- la sostenibilità si può progettare e può valorizzare la responsabilità di tutti, senza scommettere su forzature e iniziative ingannevoli prive di futuro;
- in sintesi, vanno attivate senza indugio le procedure di gara definendo gli ambiti funzionali ottimali al livello più vicino al territorio, valorizzando le situazioni di fatto e di diritto, in particolare quelle derivanti dalla giurisprudenza amministrativa, significativissima, esistente e le consistenti realtà sociali, occupazionali, progettuali e contrattuali risalenti, poiché anche le direttive europee – in particolar modo la 2014-89-UE – incoraggiano in questa direzione la tutela condivisa e partecipata dello spazio marittimo corrispondente alla terra ferma delle nostre spiagge».