Si attenua la misura cautelare nei confronti di uno degli indagati dell’operazione Repulisti, l’inchiesta di Procura e Commissariato di Vasto su un presunto giro di usura ed estorsione. Passa dalla custodia cautelare in carcere ai domiciliari C.F., 37 anni, arrestato nel britz dello scorso 30 aprile, quando gli agenti del Commissariato di Vasto, agli ordini del vice questore aggiunto Fabio Capaldo, avevano eseguito perquisizioni domiciliari e notificato a 8 persone l’ordinanza con cui il gip del Tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale, aveva disposto misure cautelari personali.
Diciotto, in totale, gli indagati nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio.
Gli avvocati Arnaldo e Francesco Tascione avevano impugnato il provvedimento restrittivo sostenendo fosse “eccessivo in termini di proporzionalità, adeguatezza e pericolosità sociale”, spiega Arnaldo Tascione. Ieri si è pronunciato il Tribunale del Riesame dell’Aquila, che ha accolto la richiesta della difesa disponendo la scarcerazione e il trasferimento ai domiciliari con braccialetto elettronico
Il 30 maggio scorso, aveva ottenuto i domiciliari anche P.D., 47 anni, l’altro indagato nei cui confronti era stata disposta la custodia cautelare in carcere. “Al Tribunale del Riesame – dice l’avvocato Antonino Cerella – abbiamo dimostrato che l’uomo era tornato spontaneamente dalla Romania, dove si trovava al momento in cui sono stati notificati gli ordini di custodia cautelare, e si è costituito. Il Riesame ha ritenuto che le esigenze cautelari potessero essere garantite con la minore misura degli arresti domiciliari senza braccialetto elettronico, proprio in ragione del fatto che il mio assistito si era mostrato collaborativo con l’autorità giudiziaria”.