CAMILLA D’URBANO, SAN SALVO
Sono più di due mesi da quando l’Italia si è fermata. Una cappa di vetro si è posata sulle nostre teste, sulle nostre case, sulle nostre vite. C’è silenzio tutto intorno. Solo qualche cinguettio di uccelli e qualche motore di auto o dei corrieri che rompono la triste quiete.
Lockdown è stato dichiarato. Tutti chiusi a casa tra le mura della propria stanza, ad ondivagare tra il salotto e la cucina o una boccata d’aria fuori dal balcone come se fosse la cosa più travolgente in quei ristretti limiti.
C’è silenzio tutto intorno. I bambini che giocano per strada, quei rimbalzi del pallone continui e snervanti, il grido della bambina che è caduta correndo… Tutto questo non c’è più. E ti manca. Non c’è rumore, alla vista tutto è fermo, ma l’aria si riempie del profumo del sugo a mezzogiorno, dell’arrosto la domenica, della pizza appena sfornata il sabato sera…
È così che l’Italia si mantiene viva.
“Restate a casa” è lo slogan di questa battaglia di resistenza.
Non puoi uscire se non con la mascherina; sí bisogna mascherarsi, proteggersi, fa paura anche solo respirare.
Una passeggiata sotto casa è come la conquista verso la libertà, ma se si incrocia qualcuno sul marciapiede o che sta varcando l’uscio di casa mentre stai passando ti fermi per schivarlo.
Fa paura anche il vicino di casa a cui stringevi la mano ogni mattina prima di iniziare la frenetica giornata;
Fa paura andare a fare la spesa, meglio una volta a settimana, e fa paura incontrare l’amico dietro di te in fila alla distanza di un metro.
Fa paura non sapere quando potersi riabbracciare.
Paura, tristezza, insicurezza e impotenza ormai sono i sentimenti che più ci sovrastano.
Ma un nugolo di speranza, la voglia di andare avanti e lottare sono la forza di questa resistenza.
“Ce la faremo”, usciremo da questa tempesta e probabilmente non sapremo nemmeno come abbiamo fatto ad attraversarla realmente, probabilmente non saremo gli stessi che vi sono entrati.
Ma su un punto non c’è dubbio.
Tutto tornerà a splendere.