Il recente patto tra amministrazione e cittadini di Vasto (leggi la notizia) è un’innovazione interessante, dal potenziale enorme.
Il Sindaco dell’annunciato cambiamento che tanto serve alla nostra città per ricominciare ad avanzare, Francesco Menna, assieme alla consigliera Maria Molino che ha proposto l’iniziativa, ne garantiranno certamente un uso ampio e trasparente.
Cosa dovrà succedere affinché il nuovo regolamento sprigioni effettivamente il suo potenziale enorme?
In sintesi il principio di sussidiarietà regola il dovere da parte della pubblica amministrazione di favorire l’autonoma iniziativa della cittadinanza.
E in effetti le nostre città sono colme di persone che, da sole o costituite in associazione, sono capaci di svolgere attività di una preziosità e ricercatezza incredibile, che difficilmente si possono ottenere dalle competenze e dalle abilità di un impiegato che opera nella pubblica amministrazione. E’ naturale e fisiologico, non ci sono responsabilità.
Tuttavia, come in ogni iniziativa dell’Uomo, ci sono anche dei rischi.
Se i cittadini – da soli o associati – non si interesseranno della scuola, della cultura, dello sport, del turismo ecc., non avanzeranno proposte ragionevoli, il principio di sussidiarietà rimarrà un’ottima auto ferma in garage.
D’altro canto, se si dovesse assistere ad un “affidamento discutibile”, magari giustificato proprio dal regolamento nuovo di zecca, l‘iniziativa nascerebbe morta in conseguenza della naturale disaffezione che avvertirebbero cittadini, associazioni e imprese sociali. Quanti ragazzi oggi in Italia – con in testa una bellissima idea ma senza le “giuste conoscenze” – si recano negli uffici del proprio comune a presentare il proprio progetto? Questa iniziativa invece, merito degli attuali amministratori, può “resettare” proprio questa convinzione purtroppo radicata, divenuta retaggio culturale.
Sull’onda dell’entusiasmo che sinceramente avverto, ma sperando nell’attivismo e nella propositività dei cittadini, soprattutto dei più giovani, mi auguro da cittadino che avvengano tre cose.
La prima: che l’iniziativa sia promossa e ben visibile, ovvero che sul sito e sui canali social la procedura per proporre un progetto sia ben in vista e sempre promossa.
La seconda: che gli interventi proposti, sia accettati che rifiutati, siano consultabili facilmente dai cittadini, non solo per trasparenza ma in modo che si comprenda presto il funzionamento del regolamento e si eviti tanto tempo perso, sia per il cittadino che propone che per l’ente che valuta.
La terza: indipendentemente dalla forma di sostegno stabilita in un intervento (spesso non servono denari dall’ente ma supporto, servizi), che sia definito l’obiettivo da raggiungere e il criterio di misurazione del Valore generato dall’intervento. Ovvero: se la sussidiarietà costa meno all’ente e migliora il servizio, bene, altrimenti si rischia di deragliare pericolosamente verso l’alimentazione del clientelismo.
Infine, citazione che conoscerà ogni lettore arrivato fin qui, ma non ho potuto resistere: “Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese” [John Fitzgerald Kennedy]