Una realtà consolidata del calcio locale che in 10 anni (dopo il debutto sul campo nel 2005) è riuscita a conquistare la storica vittoria del campionato di Seconda categoria guadagnando l’approdo in Prima. Ora, il Gs Montalfano ha scelto di ripartire dal gradino più basso del calcio non professionistico, la Terza categoria (e non è uno scherzo come il recente pesce d’aprile del ritiro dal campionato).
Una decisione già presa dal presidente Sante D’Alberto strettamente legata ai costi che la società dovrebbe sostenere: circa 20mila euro. Una decisione già presa, ma a malincuore: “Abbiamo fatto tanto per arrivare in Prima e abbiamo disputato il campionato con dignità, sfiorando i play off. Ora dovremmo rimettere a budget una somma molto alta, intorno ai 20mila euro, che una comunità come Montalfano a oggi non si può permettere. L’anno scorso abbiamo fatto un notevole sforzo, non potevamo non disputare la Prima dopo aver stravinto il campionato di Seconda”.
Per la piccola contrada cupellese – di circa 700 abitanti – le date impresse nella memoria calcistica gialloverde sono quelle del 2011 (promozione in Seconda ai play off) e del 2015 con il salto in Prima con al timone mister Liberatore e la successiva fusione con il Real. In mezzo tanti campionati da protagonista, basti pensare ai play off persi per due anni consecutivi in Seconda (nel 2013 con il Real Montazzoli, nel 2014 con l’Incoronata Calcio Vasto).
Oggi però i gialloverdi – che hanno chiuso la stagione al sesto posto – devono far i conti con l’aspetto economico della faccenda. Sono pochi i calciatori presenti nella piccola comunità di Montalfano (nonostante per diversi anni ci sia stato anche il Real) e a fine anno i rimborsi per chi viene da fuori si sommano: “Bisogna fare di necessità virtù – continua D’Alberto – Con le risorse che abbiamo possiamo permetterci un campionato di Terza categoria. In Prima nessuno ci ha regalato niente, non abbiamo mai chiesto ripescaggi, abbiamo perso due anni di seguito i play off; nessuno ci può rimproverare nulla”.
L’obiettivo ora è solo uno, continuare a far rotolare il pallone sul campo della contrada: “Questo è l’unico modo per continuare a fare calcio a Montalfano senza perdere il prestigio acquisito negli anni. Il primo luglio svincoleremo tutti e poi stabiliremo il nuovo allenatore e il nuovo organigramma. Mi dispiace, certo, perché abbiamo fatto tanto per arrivare in Prima, ma bisogna fare delle scelte. È inutile far il presidente di Prima categoria se poi non si possono pagare i giocatori perché non ci sono soldi. Dispiace perché in questi anni abbiamo vinto il campionato e la coppa disciplina in Seconda, il premio fair play avendo sempre un ruolo da protagonisti”.
Quello di D’Alberto e soci è un progetto di prospettiva per valorizzare i giovani locali e formare un nuovo gruppo portante: “Sarà una Terza tranquilla per far crescere le nuove leve, perché il vero problema di fondo è che Montalfano non ha giocatori. Si è chiuso un ciclo, bisogna aprirne un altro: nel giro di 3-4 anni si spera di riformare uno zoccolo duro locale”.
Tornare indietro di due categorie pur di non fare passi più lunghi della gamba: alla luce dei ritiri eccellenti in corso d’opera negli ultimi campionati una rarità che fa onore alla società gialloverde.