CHIETI – Anche a Chieti è stato ricordato Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume, che, prima di essere deportato a Dachau, dove morì il 10 febbraio del 1945, riuscì a salvare migliaia di ebrei dai campi di concentramento nazisti.
La cerimonia è avvenuta alle 16 a Chieti in Largo Donatori di sangue di via Principessa di Piemonte, dov’è presente un’aiuola dedicata a Palatucci e curata dall’Avis, alla presenza del questore di Chieti, Francesco De Cicco, del cappellano della polizia di Stato, don Gianni Caldarelli, e del presidente dell’Avis di Chieti, Tullio Parlante.
Giovanni Palatucci nacque il 31 maggio 1909 a Montella (Av). Superati gli esami da procuratore legale, frequentò a Roma il 14° corso per vicecommissario di pubblica sicurezza alla Scuola superiore di polizia. Assegnato inizialmente a Genova, il 15 novembre 1937, fu trasferito alla Questura di Fiume, dove fu prima addetto all’ufficio stranieri e poi questore reggente.
Durante i suoi anni a Fiume, Palatucci fu coinvolto con il problema della deportazione di ebrei profughi provenienti dall’Austria e dalla Jugoslavia. Nel periodo tra il 1938 al 1944 Palatucci salvò numerose famiglie permettendo loro di ricevere permessi di viaggio o di residenza. Per questa sua attività, il 13 settembre 1944 fu arrestato e deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove morì il 10 febbraio 1945.
Per la sua attività in favore degli ebrei in Israele fu incluso nella lista dei “Giusti tra le nazioni” dal 12 settembre 1990.
La Repubblica italiana gli ha assegnato la Medaglia d’oro al merito civile il 15 maggio 1995. Fedele all’impegno assunto e pur consapevole dei gravissimi rischi personali ha continuato, malgrado l’occupazione tedesca e le incalzanti incursioni dei partigiani slavi, la propria opera di dirigente, di patriota e di cristiano, fino all’arresto da parte della Gestapo e alla sua deportazione nel campo di sterminio di Dachau. Nel 2004 la Chiesa cattolica gli ha assegnato il titolo di “Servo di Dio”.