LANCIANO – Una sciagurata e fatale svolta a sinistra, senza guardare lo specchietto retrovisore e, soprattutto, senza azionare la freccia. A conclusione delle indagini preliminari sul tragico incidente costato la vita, a soli 27 anni, a Mario Scampamorte, il pubblico ministero della procura di Lanciano, Francesco Carusi, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’automobilista, oggi 21enne di Castel Frentano, accusato di aver causato il sinistro successo il 12 luglio 2021 sulla Provinciale 100 Pedemontana, nel territorio comunale di Casoli.
Il giovane, oltre al reato di omicidio stradale, dovrà rispondere anche di guida in stato di ebbrezza essendogli stato riscontrato un tasso alcolemico di 0,15 g/l, che invece sarebbe dovuto essere pari a zero avendo all’epoca dei fatti meno di 21 anni (ossia 19). Riscontrando la richiesta, il gip del tribunale di Lanciano ha fissato per il 22 maggio 2023 l’udienza preliminare di un processo da cui i familiari del compianto infermiere si aspettano giustizia.
Scampamorte stava percorrendo la Provinciale con la sua Kawasaki Ninja in direzione di marcia Lanciano-Casoli quando ha cercato di sorpassare l’auto che gli era davanti, una Fiat Punto condotta dall’oggi ventunenne, il quale però proprio in quel momento ha effettuato una svolta a sinistra, prendendo in pieno la moto. A seguito del violentissimo impatto il centauro è stato sbalzato dal mezzo, urtando dapprima contro il parabrezza della vettura, venendo poi proiettato a svariati metri di distanza, cadendo a terra al di fuori della carreggiata.
Una serie di urti tremendi che non gli hanno lasciato scampo, è deceduto sul colpo a causa dei gravissimi traumi cranio-encefalico e toracico-addominale riportati, come confermato dal medico legale, Cristian D’Ovidio, a cui il sostituto procuratore ha affidato l’autopsia sulla salma della vittima. Alle operazioni peritali ha partecipato anche il medico legale di parte, Piera Amelia Iezzi, nominata da Studio3A-Valore Spa, società cui si sono affidati i congiunti di Scampamorte per la difesa sostenuta dall’avvocato Lorenzo Marcovecchio.
Sulla scorta del rapporto dei carabinieri di Casoli, che hanno effettuato i rilievi, e della consulenza tecnica del proprio Ctu, il pm Carusi ha quindi chiesto il rinvio a giudizio “per colpa generica consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nonché per colpa specifica consistita nella violazione delle norme del codice della strada (relativo alla guida in stato di ebbrezza) e per omessa segnalazione luminosa per la manovra di cambio corsia/inversione senso di marcia”.