Molti, vedendo la foto di Antonio Rotondo, conosciuto da tutti come Tonino, esclameranno: “Ma è il mio benzinaio!”. Qualcun’altro, invece, penserà a lui in sella alla sua Vespa nei raduni di Vasto Veicoli Storici. Tutto vero, ma ci sono altre passioni nella sua vita che meritano di essere raccontate. E così siamo andati a trovarlo a casa sua senza sapere bene cosa ci avrebbe atteso. Sappiamo che è appassionato di fumetti e, quando viene ad aprirci, ne abbiamo la prima conferma. La sua felpa parla per lui. Parto in quarta chiedendogli dei fumetti ma, guardando le pareti di casa, vediamo tanti quadri che portano la sua firma. E’ la prima sorpresa di questo incontro. “Ma devo raccontarti proprio tutto?”. “Certo, siamo qui per questo”, gli rispondo io mentre Costanzo inizia a fotografare. Una passione per il disegno che nasce sin da quando era molto piccolo. “Di giocattoli in casa non se ne parlava assolutamente. E così ho iniziato a disegnare, erano quelli i miei giochi. Così quando ho iniziato con la scuola i miei quaderni erano pieni di disegni. Li facevo sui temi di italiano, sui problemi di matematica, erano ovunque”. Tanti quadri realizzati con diverse tecniche. “Nel corso degli anni le ho sperimentate un po’ tutte, a matita, acquerello, collage, ritaglio, china. A volte ho mischiato anche diversi stili creando qualcosa di mio”. Io però voglio sapere cosa c’entra lui con i fumetti. “Aspetta, che le due cose sono legate”, mi ammonisce sorridendo mentre continua a mostrarci le sue piccole opere d’arte. “Mio cugino mi regalò il primo fumetto di Topolino quando andavo alle elementari. Io non avevo mai visto dei fumetti e puoi immaginare quanto ne fossi attratto. E quei disegni divennero degli spunti da ricopiare. Il mio maestro, però, non capiva che il disegno per me era una grande passione e così disse a mio padre che non doveva farmi comprare i disegni perchè mi distoglievano dallo studio”. Erano altri tempi, in cui la severa educazione viaggiava sull’asse maestri-genitori. E così a Tonino venne proibito di avere dei fumetti in casa. “Ho corso il serio rischio che finissero tutti nel camino. Ma non mi sono perso d’animo. Quelli che avevo li misi in uno scatolone e poi li nascosi in un solaio dove mio padre non li avrebbe mai trovati, pronto a recuperarli se un giorno avesse cambiato idea”.
A cambiare idea furono sia il genitore che il maestro. “Alle medie fu molto importante il professor Ennio Minerva (apprezzato artista vastese). Fu luì a dare la sua approvazione alla scelta dell’istituto superiore, il geometra, dove avrei potuto coltivare il disegno, anche se nella forma tecnica”. E i risultati si vedono, perchè a creazioni prettamente “artistiche”, Tonino ha unito anche riproduzioni architettoniche, sempre con tante tecniche. “Nel corso degli anni non so quante centinaia di disegni ho fatto”. Tanti sono appesi alle pareti della casa. “Ma tanti li ho anche regalati”. Abbiamo perso di vista i fumetti. “E’ stato tutto grazie a mio cugino, che mi fece conoscere Topolino. E’ un fumetto unico, il migliore che esiste. Lo possono leggere grandi e piccoli. Quando mio padre decise di accettare questa mia passione iniziai a comprarli ogni settimana. E da allora non ho mai smesso”. Ecco che Tonino diventa un collezionista di Topolino. Ovviamente sa tutto sulla storia della pubblicazione targata Disney, e inizia a snocciolare a memoria nomi, date, storie, aneddoti. Il tutto corredato dai “mitici” giornalini che sono nella sua collezione. Sono davvero tanti, con pezzi originali d’epoca che lui conserva con particolare attenzione. Un paio d’anni fa molti “Topolini” e cimeli in suo possesso sono stati esposti anche al Trofeo Bancarella di Vasto per il lancio di una nuova tabaccheria che, ovviamente, ha vinto il primo Premio.
Attraverso i racconti e i giornalini che Tonino possiede possiamo fare un excursus sulla storia del fumetto in Italia, ma anche vedere come sono cambiati usi e costumi. Basterebbe guardare le pubblicità. “Ma Topolino per me è stato un fumetto educativo. Quando ero piccolo ricordo che imparavo parole nuove. Nel testo le parole difficili erano in grassetto e così o andavo a cercarle sul vocabolario o dalla trama della storia riuscivo a capirlo. E poi le scrivevo nei miei temi. Il maestro pensava sempre che non fosse farina del mio sacco”.
Più di 80 anni di storia di Topolino raccolte nei fumetti. E Tonino ne ha davvero tanti, originali e unici. Il tutto corredato da una buona dose di gadget e altre pubblicazioni che nel corso degli anni sono state create. Gli almanacchi, le raccolte, le serie speciali. Tutto ciò che abbia a che fare con Topolino, Paperino, Pippo e compagnia, è passato sotto le mani del benzinaio-artista-collezionista. Che starebbe ore ed ore a raccontare tutte le storie legate alle pubblicazioni. E così, per me che come tantissimi ragazzi ho vissuto la fase-Topolino, ascoltare tanti aneddoti da un super-esperto è davvero interessante. Ovviamente anche lui ha i suoi ricordi speciali. “Prima non si conoscevano i nomi dei disegnatori. Il più grande per me è Carl Barks, davvero il numero uno. Oggi anche i disegnatori italiani sono bravi. Ho sempre amato Topolino perchè, oltre alle storie di fantasia, hanno sempre creato fumetti sulla trama dei grandi classici della letteratura. Per i ragazzi è un modo per avvicinarsi ad autori e storie che poi possono trovare nei libri. C’è poco da fare, Topolino è il massimo”. Nel mare magnum di Topolini, dalle edizione anteguerra, in formato di giornale, fino al celebre libretto, con il numero 1 del 1949, si passa attraverso case editrici, “prima era pubblicato dalla Nerbini, poi è passato alla Mondadori, oggi è direttamente la Disney a pubblicare”, prezzi e formati. “La nascita del formato libretto, quello che si vende ancora oggi, è stata travagliata. Topolino come giornale usciva settimanalmente e costava 15 lire. Quando fecero il numero 1, era mensile e costava 60 lire. Poi si passò al quindicinale e solo nel 1960 arrivò la formula settimanale come oggi”.
E poi ci sono tanti aneddoti legati al mondo del collezionismo. Come i numeri più rari, quelli pubblicati con qualche “distrazione”, tipografica, quelli speciali. Tonino, ovviamente, sa tutto e ci trasmette con entusiasmo la sua passione, spiegandoci volta per volta le particolarità di qualche fumetto d’epoca che ci mostra con orgoglio. Potremmo stare con lui per ore ed ore, soprattutto perchè siamo “entrati” in un mondo che davvero, come ci ha detto lui, attira grandi e piccoli. E’ ora di andare via, ma mentre torniamo verso la porta d’ingresso noto una cosa. Alle pareti non c’è neanche un disegno con i soggetti Disney. Possibile che non ne abbia fatto neanche uno? “Al contrario, ne ho fatti centinaia. Ma li ho tutti regalati. Ogni tanto qualcuno mi ricorda di aver ricevuto da me un disegno, ma chi ci pensa più?”. Ecco, la prossima volta, insieme al pieno di benzina, potete chiederli qualche curiosità su Topolino o magari un bel disegno. Del resto sono le sue grandi passioni.
Testo di Giuseppe Ritucci
Foto di Costanzo D’Angelo
Foto – Tonino Rotondo
Foto di Costanzo D’Angelo – Occhio Magico