VASTO – Terzo appuntamento per Masterclass, il laboratorio di cinema voluto dall’Istituto Mattei e Polo liceale Pantini Pudente, targato Officinema CineLab Vasto. Ieri pomeriggio, nell’Aula magna della scuola di via San Rocco, due illustri ospiti, Sara De Santis e Alessandro Quarta, per raccontare il mestiere del doppiatore. «Che è prima di tutto un attore, – ha detto la docente Laura Oliva, presentatrice dell’evento – anzi un doppio attore. Da qui la parola doppiatore».
In un clima divertente e coinvolgente, ma allo stesso tempo rilassante, Alessandro Quarta si è fatto conoscere agli studenti vastesi. Anzi, più correttamente si è fatto riconoscere perché in realtà già tutti noi lo conosciamo, almeno in un aspetto. È lui infatti che dà voce dal 1995 a uno dei personaggi più amati dei cartoni animati: Topolino. E sentirlo dal vivo, fa un certo effetto.
Già attore teatrale all’età di 6 anni, a 10 è diventato doppiatore. È sua la voce italiana di Todd Anderson, interpretato da Ethan Hawke, in “L’Attimo fuggente” o del personaggio Berlino (Pedro Alonso) nella serie “La Casa di Carta“, con il quale ha vinto il premio Anello d’oro come Miglior voce maschile 2018, categoria TV, al Festival del doppiaggio “Voci nell’Ombra”. Oggi Quarta è direttore artistico e docente dell’Accademia doppiatori professionisti.
Non da meno, l’altra ospite Sara De Santis, atessana di nascita, che recita da più di quindici anni nei teatri italiani. Si è diplomata al Centro di Biomeccanica teatrale di Mejerchol’d di Perugia ed è adattatrice dei dialoghi di doppiaggio di film, serie tv e cartoni animati. Nel 2019 ha ricevuto la nomination al Premio “Voci nell’Ombra” per l’adattamento del film “Noi” di Jordan Peele. Dal 2007 dirige con Alessandro l’ensemble “Quarta Dimensione”, con cui si esibisce in concerti di musica a cappella, spettacoli teatrali e scrive testi di brani musicali. È direttrice organizzativa e insegnante di dizione e tecnica vocale all’Accademia doppiatori professionisti.
Insieme hanno tenuto una vera e propria lectio magistralis di doppiaggio. Universo conosciuto per lo più agli addetti ai lavori. Mestiere difficile che si fa in poco tempo, in velocità e richiede grandi competenze comunicative. «Il personaggio bisogna costruirlo con la voce, – ha spiegato Quarta – va riletto e interpretato». «E la traduzione da una lingua straniera – ha aggiunto De Santis – non è mai letterale».
Attraverso il suono, il doppiatore racconta al pubblico ciò che non si vede, ma si sente. Il doppiaggio è sostituzione di parole, ma gli effetti speciali e sonori restano tutti. Un mestiere che in questo momento storico è in forte espansione. «L’India è il Paese che produce più film in assoluto, ha ricordato De Santis – ma fino a qualche tempo fa era difficile poter vedere lavori di questo genere come oggi». La produzione si sta diversificando molto, tanto che adesso possiamo vedere film polacchi, finlandesi o giapponesi – tanto per fare un esempio – con l’esigenza di doppiare traslando cultura, conoscenza musicale della lingua e frasi idiomatiche».
Per quanto riguarda invece il ruolo di adattatore dialoghista, De Santis ha spiegato che «lavora su video e copione, al pari di uno sceneggiatore, per individuare il casting e preparare la partitura per il doppiatore (cosa dice e come lo dice), spostando l’ordine delle parole, rispettando il ritmo delle battute e facendo attenzione ai labiali».
L’incontro si è concluso con una prova pratica di doppiaggio da parte degli studenti di una scena tratta dalla serie tv Reservation Dogs in onda su Disney +, che racconta la storia di quattro nativi americani dell’Oklaoma. «Difficilissima», hanno detto a caldo gli aspiranti doppiatori, soddisfatti però di portare a casa passione ed esperienza degli ospiti di Masterclass.