Collegare telecamere di negozi e case a quelle del Comune per ampliare la videosorveglianza, ma chi paga i costi? Non è ancora approdato in Consiglio comunale, ma il nuovo regolamento della videosorveglianza fa già discutere a Vasto, dove l’amministrazione di centrosinistra ha annunciato, nei giorni scorsi, una modifica della normativa del 2015 che consenta di integrare in un’unica rete la videosorveglianza pubblica e quella privata.
Ieri la questione è passata all’esame preliminare della Commissione Affari generali e Regolamenti del Consiglio comunale. Alla seduta hanno preso parte, oltre alla presidente Maria Molino (Avanti Vasto), Marco Marra (SI per Vasto), Elio Baccalà (Patto con Vasto), Roberta Nicoletti (Pd), Giuseppe Napolitano (Pd), Dina Carinci (Movimento 5 Stelle), Vincenzo Suriani (Fratelli d’Italia), Alessandro d’Elisa (Gruppo misto), Edmondo Laudazi (Il nuovo Faro), Davide D’Alessandro (Lega) e Francesco Prospero (Lega). Non si è raggiunta l’unanimità. La maggioranza ha votato a favore, licenziando la bozza da mandare all’approvazione dell’aula, ma non nella seduta di domani, che non prevede la videosorveglianza all’ordine del giorno.
Attacca Vincenzo Suriani (Fratelli d’Italia): “Questo regolamento è un pannicello caldo, che non serve a curare la malattia della grave insicurezza in cui è sprofondata la città, un regolamento proposto da un’amministrazione che per la sicurezza ha stanziato in bilancio zero euro. Tuttavia, non siamo contrati al regolamento per ampliare la videosorveglianza, valuteremo il provvedimento quando arriverà in aula tra qualche settimana. In commissione abbiamo chiesto più addetti per la visione delle immagini e che le spese di collegamento delle telecamere private al circuito di videosorveglianza siano coperte dal Comune. Se dovessimo avere risposte positive in tal senso, potremmo votare a favore del provvedimento, in caso contrario si tratterà della solita propaganda sfiatata di un’amministrazione poco seria”.
“Avremmo voluto – aggiunge Alessandro d’Elisa (Gruppo misto) – apportare delle modifiche per migliorare il regolamento in alcuni aspetti poco chiari: quale convenienza avrebbero i privati a collegarsi alla videosorveglianza comunale, se devono comprare, installare e fare la manutenzione delle telecamere?”.
“Già molti privati – replica Maria Molino – hanno chiesto informazioni e, alcuni, si vogliono consorziare per installare la videosorveglianza, risparmiando sui costi, e collegarla al circuito pubblico. Sarà impossibile garantire operatori che visionino h24 le immagini nella sala operativa, ma questo regolamento consente ai privati di essere maggiormente tutelati, attraverso l’allargamento del raggio d’azione delle telecamere al di fuori della loro proprietà. Si tratta di un deterrente che fa sentire più sicuro il cittadino”.
[mic_dx]La bozza – Ecco cosa prevede l’articolo 1 bis. Se approvato, saranno queste le nuove regole:
“Integrazione dell’impianto su iniziativa dei privati. Privato e/o soggetti terzi, singoli o associati possono partecipare all’estensione e all’implementazione del sistema di videosorveglianza fisso cittadino mediante l’acquisto diretto ed autonomo di complonenti tecnologiche funzionali al monitoraggio del territorio.
a) Le componenti che verranno acquistate dai soggetti privati sono concesse in comodato d’uso al Comune di Vasto attraverso sottoscrizione di specifica convenzione approvata dalla Giunta comunale e senza oneri a carico dell’Ente.
b) Il Comune di Vasto utilizza le componenti concesse in comodato per le attività istituzionali di controllo e monitoraggio del territorio e gestione dell’ordine pubblico;
c) Il Comune di Vasto controlla e visualizza le immagini generate dal sistema di videosorveglianza, ma gli oneri economici relativi all’installazione, alla manutenzione, assistenza tecnica ed alimentazione elettrica dei sistemi acquisiti rimangono in capo ai privati.
d) Tale strumentazione (per lo più telecamere, illuminatori I/R e O.C.R.) dovrà essere fornità “chiavi in mano”, ovvero installata e comprensiva del collegamento al sistema di videosorveglianza comunale.
e) Gli impianti dovranno essere realizzati di concerto con il fornitore e manutentore tecnico del sistema di videosorveglianza comunale al fine di garantirne la compatibilità e l’integrazione con l’esistente e senza altri oneri economici a carico dell’Ente.
f) I soggetti privati hanno eventualmente facoltà di acquistare liberamente sul mercato le componenti tecnologiche degli impianti che intendono installare nel rispetto però delle specifiche tecniche concordate preventivamente con il manutentore del sistema di videosorveglianza comunale.
g) La collocazione, l’uso e/o la visione degli apparecchi forniti dai soggetti di cui al comma 1 del presente articolo, pur inglobando e/o interessando accessi di interesse privato, dovranno comunque avere una preminente rilevanza pubblica (vincolo d’immagine su aree pubbliche, pur inglobando accessi privati), certificata da una specifica relazione del Comando di polizia municipale al quale è demandata altresì l’individuazione delle caratteristiche tecniche minime delle strumentazioni offerte di cui al comma precedente di concerto con il manutentore/conduttore del sistema di videosorveglianza cittadino.
h) I soggetti privati dovranno garantire il corretto funzionamento dell’impianto in termini di manutenzione tecnica e continuità di connessione di rete all’impianto di videosorveglianza comunale di alimentazione elettrica con forniture dedicate a proprio carico;
i) I soggetti privati non potranno apportare alcuna modifica al sistema senza aver preventivamente ottenuto l’autorizzazione da parte del titolare del trattamento dati e comunque ogni modifica dovrà essere solo migliorativa e sarà sottoposta al controllo del tecnico incaricato dal Comune per la verifica di conformità con il sistema cittadino;
j) Alla polizia locale compete la gestione in toto dei flussi di dati ed immagini in rispetto al decalogo del Garante, èrovvedimento n 29.11.2000, del,a ‘piattaforma della videosorveglianza integrata’ Provvedimento generale del Garante dell’08.04.2010″.