ORTONA – I carabinieri della stazione di Tollo e del nucleo operativo di Ortona hanno denunciato in stato di libertà alla procura di Chieti un 60enne di Canosa Sannita, disoccupato e gravato da precedenti, per danneggiamento. L’uomo è ritenuto presunto responsabile dell’incendio doloso di tre autovetture, tutte di proprietà dello stesso nucleo familiare, avvenuto nel centro storico di Canosa Sannita, nella notte di Santo Stefano dello scorso anno. Lo fa sapere una nota delle forze dell’ordine di Ortona.
I carabinieri della locale stazione ed i vigili del fuoco di Ortona sono intervenuti nelle immediatezze e, già dalle prime indagini, hanno riscontrato l’origine dolosa del rogo, in quanto le auto sono andate in fiamme contemporaneamente, senza il passaggio del fuoco dall’una all’altra.
“I sospetti dei carabinieri della stazione di Tollo si sono da subito indirizzati sull’uomo, in quanto i militari erano già a conoscenza del contenzioso economico esistente tra lui e uno dei componenti della famiglia proprietaria dei veicoli distrutti dalle fiamme. Il sospettato è stato sentito – prosegue la nota – dai carabinieri la notte stessa, sul luogo dell’evento, e subito dopo convocato in caserma. Qui ha fornito dichiarazioni sui suoi movimenti e sulle frequentazioni avute nel corso delle ore antecedenti il fatto. Le indagini hanno poi rilevato che le informazioni fornite erano prive di fondamento e totalmente discordanti”.
Un importante ausilio per la ricostruzione del grave episodio lo avevano dato infatti dapprima alcune testimonianze e poi le immagini riprese dall’impianto di videosorveglianza comunale, grazie alle quali le forze dell’ordine hanno potuto accertare i movimenti che l’indagato aveva fatto quella sera, proprio in corrispondenza del luogo in cui i veicoli erano parcheggiati e negli stessi istanti in cui erano scoppiate le fiamme.
L’evento ha generato un forte allarme sociale tra i residenti della piccola e tranquilla comunità dell’entroterra chietino “dove fatti del genere – conclude la nota – e di pari allarme sociale, non sono mai avvenuti prima”.