PESCARA – Il sistema carcerario in Abruzzo, come in Italia, vive una stagione di grandi difficoltà. L’ambiente carcerario stesso spesso genera e aggrava i problemi esistenti delle persone detenute, specialmente quelle con bisogni di assistenza sanitaria e fragilità mentale. Un tema fra tutti quello del sovraffollamento, complicazione significativa che porta a un peggioramento delle infrastrutture e a una carenza di personale carcerario.
I dati del 19esimo rapporto dell’associazione Antigone “È vietata la tortura” che si occupa delle condizioni di detenzione, pubblicato appena due giorni fa ha riportato – come un anno fa – il tasso effettivo di affollamento delle carceri pari al 119% contro il 112% del precedente.
«Il rapporto – scrivono in una nota Serone D’Alò e Daniele Marinelli (Pd Abruzzo) – ci ricorda come ci sia bisogno di una azione seria e di politiche mirate a cambiare la situazione in cui non facciamo fatica a collocare l’ennesimo suicidio di un uomo di 41 anni avvenuto fra le mura di un carcere abruzzese due giorni fa, generando poi una protesta fra le altre persone detenute».
Questo è già il 24esimo episodio in carcere in questi primi mesi del 2023. «L’anno scorso – riporta sempre il rapporto di Antigone – era passato alla storia come l’anno con più suicidi in carcere, con ben 85 persone che si sono tolte la vita all’interno di un istituto penitenziario nel corso del 2022 – su 214 morti totali – ovvero più di una ogni quattro giorni», sottolinea la nota.
«Era un detenuto italiano, originario di Avezzano, ristretto nel carcere di Pescara, quello che due giorni fa è riuscito a togliersi la vita. Il personale di polizia penitenziaria ha lanciato subito l’allarme, così come immediato è stato l’intervento del medico e degli operatori del 118 arrivati poco dopo che hanno tentato di rianimarlo senza riuscirci. Per protesta, numerosi detenuti non sono rientrati nelle proprie stanze detentive ed è scattato anche l’allarme per una possibile rivolta con arrivo di carabinieri e polizia di Stato all’esterno del carcere per presidiare l’area a supporto degli agenti della Penitenziaria». Lo comunica il coordinatore regionale della FP CGIL Polizia Penitenziaria, Gino Ciampa
«È un clima decisamente teso – continua Ciampa – quello che stiamo vivendo nel carcere di Pescara negli ultimi giorni. Già ieri c’è stato un tentativo di suicidio con un detenuto che si è dato fuoco e ora è ricoverato in gravi condizioni in ospedale. I poliziotti penitenziari sono stremati. Manca più del 30% delle 170 unità previste con un sovraffollamento di detenuti del 131%».
«Abbiamo rappresentato la situazione delle carceri abruzzesi – prosegue – a tutti i vertici politici e istituzionali: presidente della Regione Abruzzo, Prefetto di Pescara e Provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria per il Lazio Abruzzo e Molise. Per ora nessuno è riuscito a dare una risposta e la situazione ormai sta sfuggendo di mano».
«Solo il senso del dovere della polizia penitenziaria – afferma Mirko Manna, coordinatore nazionale FP CGIL polizia penitenziaria – permette di tenere ancora in piedi il sistema delle carceri. Le aggressioni contro i poliziotti e gli atti di autolesionismo dei detenuti, stavolta purtroppo portato al gesto estremo nel carcere di Pescara, rendono le condizioni di lavoro davvero difficili. Nei prossimi giorni solleciteremo anche il governo durante gli incontri istituzionali già previsti, per cercare di individuare interventi immediati».