“Lo stato è debole a reimpiegare i beni sequestrati alla malavita e, anche a Vasto, troviamo difficoltà a riutilizzare, a fini sociali, una casa sottratta alla criminalità”. Fa male la stoccata che il procuratore capo della repubblica di Vasto, Francesco Prete, ha riservato all’amministrazione comunale.
Lo ha fatto prima di Natale, intervenendo al convegno su legalità e sicurezza promosso dalla società Spindoctoring di Christian Lalla. Accanto al collega di Napoli, Henry John Woodcock e all’arcivescovo Bruno Forte, il magistrato ha guardato dritto negli occhi il sindaco di Vasto, Luciano Lapenna, che lo ascoltava, esternando tutta la sua sorpresa: “La legislazione penale – ha detto tra l’altro Prete – ci rende spesso perplessi e inappagati. In tutta Italia la magistratura è riuscita a sequestrare alle mafie beni per un valore astronomico di 43 miliardi di euro, ma di questi tesori appena 3 sono stati confiscati in via definitiva. Registriamo una sostanziale inefficacia dell’intervento statale – ha proseguito il procuratore – che ritroviamo purtroppo anche a Vasto”.
Il riferimento è all’elegante residenza di via dei Bontempi, all’Incoronata, che la specifica agenzia nazionale ha assegnato al Comune. Negli anni scorsi carabinieri e guardia di finanza, coordinati dalla procura vastese, individuarono nella villa, valore stimato 1,2 milioni di euro, la sede di una lucrosa attività di spaccio di stupefacenti, con terminale Pescara, gestita da un uomo di etnia rom. Al termine dell’iter processuale, nonostante il ricorso per Cassazione della difesa, l’immobile è entrato nella disponibilità del Comune. Il protocollo di consegna del bene è stato sottoscritto nelle scorse settimane, ma i tempi d’attivazione di quella che dovrebbe diventare una casa famiglia non sono ancora stati fissati. Ecco dunque il fermo richiamo del procuratore, che attende dopo le parole i fatti. Dopo un accenno alla videosorveglianza, che Prete è tornato a sollecitare quale efficace deterrente contro la delinquenza, il magistrato ha fornito un’anticipazione di quello che, a breve, sarà scritto nero su bianco nel bilancio sociale dell’autorità giudiziaria vastese: “Nel 2012 si sono verificati quattro omicidi, tre dei quali legati alla droga, mentre in ascesa sono le violenze tra le mura domestiche. La percezione d’insicurezza – ha aggiunto – è legata poi ai reati contro il patrimonio, con 2500 denunce per furto, il 90 per cento a carico di ignoti, 450 in appartamento e gli scippi”.
Gianni Quagliarella – Il Messaggero