E’ il terzo interrogatorio per Antonio Strever. I sostituti procuratori di Vasto, Giancarlo Ciani ed Enrica Medori, hanno sentito ieri per due ore il fratello di Michela, la 73enne assassinata il 19 dicembre nella sua casa di via Villa De Nardis, nelle campagne a Nord Ovest della città. La donna fu trovata legata e imbavagliata. Come accertato dall’autopsia eseguita dal medico legale Pietro Falco, la pensionata è morta per soffocamento. L’assassino le ha infilato a forza in bocca dei fazzoletti di carta, intasandole il cavo orale e provocando il decesso per asfissia.
Per quell’omicidio, dal 28 febbraio scorso è in carcere Hamid Maathaoui, 36enne marocchino residente a Vasto, ma arrestato a Barletta, dove era fuggito subito dopo l’omicidio. A magistrati e carabinieri ha reso un’ampia confessione, assumendosi la responsabilità del delitto.
Ma la Procura continua a indagare. Nel puzzle investigativo mancano dei pezzi. Zone d’ombra su cui gli inquirenti vogliono far luce. Per questo rimane indagato Antonio Strever. Assistito dall’avvocato Arnaldo Tascione, ieri è stato interrogato negli uffici del primo piano del palazzo di giustizia di via Bachelet. Sulla scena del delitto sono state trovate tracce di sangue del fratello della vittima. L’uomo si professa innocente e dice di essersi tagliato a una mano dopo aver rotto il vetro della finestra da cui la mattina di quel 19 dicembre 2012 è entrato in casa. Ha risposto alle domande dei pm. L’inchiesta non è finita.