Di Anna Bontempo
VASTO – Che non sarebbe stata una “rivoluzione” era chiaro a tutti, ma il messaggio politico è arrivato. Il rimpasto delle deleghe, ma sarebbe meglio chiamarlo “rimpastino” , offre diverse chiavi di lettura. Una è politica. Il sindaco Francesco Menna, azzerando la giunta, ha lanciato un messaggio alla sua variegata maggioranza composta prevalentemente da liste civiche. Chi ha voluto capire ha capito. L’azzeramento della giunta è un atto politico forte: non ci si sveglia la mattina decidendo di rimandare a casa gli assessori. E Menna, che forse covava da tempo tale decisione, ha fornito la sua giustificazione: ridare slancio all’azione amministrativa con la rotazione delle deleghe.
Quindi il rimpasto che ha portato ad una diversa distribuzione degli incarichi, ma non per tutti. Tre assessori – Carlo Della Penna, Alessandro D’Elisa e Gabriele Barisano – hanno conservato le stesse deleghe, con l’aggiunta di qualcuna nuova. In sostanza ne escono rafforzati. Così come escono rafforzati Nicola Della Gatta, che perde le politiche sociali ed il Welfare, ma guadagna il turismo e il demanio, Paola Cianci che si vede assegnare la pubblica istruzione e Licia Fioravante. Quest’ultima viene riconfermata vice sindaca, nonostante i rumors della vigilia. Perde il turismo, cavallo di battaglia della sua lista Futuro e Sviluppo, ma incassa una miriade di deleghe che prima erano appannaggio di Anna Bosco (commercio, attività produttive, ZES e porto) . Menna si è ben guardato dal depotenziare l’assessore di Futuro e Sviluppo per Vasto, seconda forza politica di maggioranza che in consiglio comunale vede schierati tre consiglieri: Pino Travaglini, Alessandro La Verghetta e Giorgio Bellafronte. Ha tenuto in debito conto gli equilibri politici, ma la sua operazione non è stata indolore. A farne le spese è Anna Bosco che, nonostante la sua ottima performance alle elezioni regionali del 10 marzo (5.112 voti) e malgrado qualche “sgambetto”, è stata ridimensionata. L’assessore del Pd perde pubblica istruzione, commercio, attività produttive, Zes e porto e si vede attribuire le politiche sociali ed il Welfare, oltre ad una serie di deleghe di minore importanza.
È chiaro che il sindaco ha voluto lanciare un messaggio politico e sta spianando la strada al suo “erede naturale” che tutti individuano in Della Gatta. Sarà lui il candidato sindaco del centrosinistra nel 2026? L’assessore potrebbe trovare, però, lungo il suo percorso altri aspiranti: è il caso della Fioravante o della stessa Bosco che, intervistata da Zonalocale subito dopo le elezioni regionali, ha detto chiaramente che intende «capitalizzare il consenso ottenuto».