Come tantissime persone ho seguito Report, su RAI3, nella puntata di questa settimana. Il tema è il vaccino contro il cancro messo a punto dai ricercatori che è l’Hpv. È un comportamento pericoloso dare spazio a teorie prive di base scientifica, mentre medici e scienziati di ogni parte del mondo e le istituzioni internazionali e nazionali sono impegnate in una campagna mediatica a favore della salute pubblica per controbattere i falsi miti degli anti vax, che sfruttano paura ed ignoranza per convincere i genitori a rinunciare ai vaccini.
Ringrazio il direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia di Vasto, il Dr. Francesco Matrullo, che ha accettato di rispondere in modo chiaro ed esaustivo una domanda:
Cosa pensa del vaccino per il Papilloma Virus e della cattiva informazione che inevitabilmente influenza alcune persone?
Il virus HPV oltre ad essere l’agente responsabile di circa il 100% dei tumori del collo dell’utero, è anche responsabile di altre patologie quali tumori della vulva e della vagina,dell’ano,del pene e del cavo orofaringeo. Il tumore del collo dell’utero negli ultimi 20 anni sia in Europa che in Italia ha subito un netto decremento. Ciò è da attribuire alle campagne di screening (prevenzione secondaria) sia di 1°livello (pap test, Hpv test) che di 2°livello (colposcopia, biopsia)e, più recentemente, alla vaccinazione anti HPV (prevenzione primaria).
Il carcinoma della cervice è causato nel 100% dei casi dal virus HPV; la presenza del virus può determinare lo sviluppo di lesioni displastiche, la cui progressione rappresenta una condizione indispensabile allo sviluppo del tumore.
Si stima che in Italia vengano effettuate ogni anno circa 130000 nuove diagnosi di lesioni precancerose di tumori del collo dell’utero. Grazie alla prevenzione secondaria (pap test) vengono diagnosticate e molte volte trattate chirurgicamente. Come ampiamente dimostrato dalla letteratura il vaccino riduce notevolmente l’insorgenza delle lesioni pretumorali, e di conseguenza lo sviluppo del tumore, rappresentando una strategia di prevenzione complementare ai programmi di sceening in quanto in grado di intervenire in una fase più precoce.
I vaccini antiHPV hanno dimostrato un’efficacia pari al 100% nel ridurre le lesioni preneoplastiche del collo dell’utero causate dai ceppi 16 e 18, responsabili del 70% dei tumori della cervice. L’utilizzo del vaccino non esonera, in nessun caso, dall’ adesione ai programmi di screening (Hpv test, Pap test). L’efficacia del vaccino è testimoniata da numerosi studi clinici che hanno preceduto l’immissione in commercio e dall’esperienza clinica durante il suo utilizzo.
Ciononostante in Italia ogni anno circa 3000 donne l’anno sviluppano il tumore della cervice. Si stimano inoltre circa 600 nuovi casi l’anno di tumore della vulva e della vagina, 800 nuovi casi di tumori dell’ano, 130 casi di tumori del pene, correlati all’infezione dai ceppi 16 e 18 del virus HPV. Pertanto, la vaccinazione va potenziata e non demonizzata e, come previsto nei nuovi LEA, estesa anche al sesso maschile.
L’Hpv nei maschi è responsabile di molte patologie, da quelle più comuni, quali i condilomi genitali, a quelle più gravi, come i tumori del cavo orale e degli organi genitali. Il 90% delle neoplasie anali ed il 50% di quelle del pene sono correlate all’HPV. La vaccinazione degli uomini permetterà di salvaguardare anche le donne. Molto spesso è il partner a contagiare, portatore spesso asintomatico di una infezione. Mentre le donne, tramite il pap test, hanno la possibilità di individuare le lesioni precancerose prima che la malattia si manifesti, nell’uomo spesso l’individuazione avviene tardivamente.
La vaccinazione anti HPV viene raccomandata dalle autorità competenti di tutto il mondo (AIFA, FDA, EMA,OMS). Si stima che l’efficacia della protezione va da 20 anni fino a tutta la vita. Ci sono inoltre numerosi studi a sostegno della sicurezza del suo utilizzo. La campagna di disinformazione tesa a demonizzare l’utilizzo del vaccino non ha alcun fondamento scientifico. La ricerca ha stabilito la totale assenza di correlazione tra il vaccino ed i casi di malattie gravi, avvenute successivamente alla sua somministrazione. La paura trasmessa ai genitori da queste informazioni può tradursi in una ridotta adesione alla campagna vaccinale con le conseguenze talvolta gravi.
È molto frequente nella mia pratica clinica dover eseguire interventi di conizzazione in giovani pazienti per lesioni precancerose (CIN2-CIN3). Oltre alle possibili, per fortuna rare, complicazioni cliniche a lungo termine (rischio di aborto o parto pretermine), ci sono le implicazioni psicologiche che tali situazione determina. Infatti molto spesso le pazienti sono ansiose per paura di una possibile recidiva o evoluzione verso il carcinoma invasivo, oltre che per il proprio potenziale riproduttivo. Senza parlare dei casi di carcinomi invasivi, un terzo dei quali sono destinati purtroppo ad un’esito fatale.
Infine le parole del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “Diffondere paura propugnando tesi prive di fondamento e anti scientifiche è un atto di grave disinformazione ed è quanto ha fatto ieri sera la trasmissione di Rai3 Report, dedicata al vaccino contro il Papilloma virus, il primo vaccino contro il cancro che l’uomo è riuscito a produrre. Un vaccino sicuro e di grande efficacia, a differenza di quanto è stato fatto affermare sulla tv pubblica, senza alcun contraddittorio.”