In questo periodo segnato dall’emergenza Coronavirus si avverte in maniera ancor più evidente la fragilità di alcune fasce della popolazione. Gli anziani sono coloro che hanno pagato il tributo più alto a causa del virus – specialmente nelle Regioni del Nord Italia – e, ancora oggi, rappresentano un aspetto cruciale da tenere costantemente sotto attenzione.
Nel Reparto Geriatria dell’ospedale di Vasto, l’impegno quotidiano è massimo per curare i pazienti qui ricoverati. “Abbiamo riorganizzato gli spazi del reparto per accogliere pazienti provenienti da tutta Asl a seconda delle esigenze – spiega a Zonalocale la dottoressa Claudia Sacchet -. Nelle stanze non vengono utilizzati tutti i letti presenti, per garantire le distanze di sicurezza e ci sono alcune camere singole lasciate libere per l’eventuale ricovero di pazienti Covid o sospetti Covid”.
Dopo una prima fase segnata dalla carenza di dispositivi di protezione ora le cose vanno per il meglio. “Nella prima fase c’erano un po’ di incertezza e paura nel personale. Ma tutti si sono impegnati con senso del dovere e di responsabilità. All’inizio c’è stato chi ha acquistato personalmente i dispositivi di protezione, ora siamo più forniti e quindi più tranquilli. Noi medici siamo stati sempre presenti per affrontare insieme ogni situazione”.
In un reparto come quello di Geriatria – e lo stesso vale per Medicina – è importante riuscire a dare “un sostegno morale” agli anziani ricoverati, alcuni anche non autosufficienti. “Dover essere in reparto con tutte le protezioni addosso per noi operatori è difficile – spiega la dottoressa Sacchet -. La nostra mission ci porta ad avere un contatto, anche fisico, un colloquio costante, una vicinanza che oggi non è possibile avere o che può avvenire in modo limitato“. Ma la protezione, per il personale e per i pazienti, deve essere al primo posto “e così cerchiamo di essere loro vicini in modalità diverse da quelle consuete” per far sentire un po’ di calore umano.
Nell’attività lavorativa quotidiana sono divenute molto importanti le fasi di vestizione e svestizione senza fare errori. Oltre alla gestione dei propri reparti, inoltre, il personale di Geriatria e Medicina si occupa anche dell’area preCovid del San Pio dove si trovano i pazienti fortemente sospetti. “Facciamo tutto ciò che serve per proteggerci al meglio e questo vale per medici, infermieri, OSS e pazienti. Tutto il personale del reparto ha fatto i tamponi e sono stati tutti con esito negativo“, anche con la presenza di pazienti positivi.
Le attività ambulatoriali, oggi ferme, a breve dovrebbero riaprire. “Non sarà semplice gestire gli spazi e l’interazione tra medici e pazienti”. È stato sospeso anche il percorso ambulatoriale sull’alzheimer. “Continuiamo ad assistere i pazienti con i piani terapeutici, cerchiamo di avere un contatto telefonico“. Da due mesi sono fermi anche i Caffè Alzheimer e il corso dell’Associazione Avi Alzheimer. “Vediamo se, nei prossimi mesi, sarà possibile tornare ad incontrarsi in sicurezza, magari all’aperto”.
La dottoressa Sacchet rivolge poi le sue parole a tutti i cittadini. “È importante non drammatizzare la situazione ma avere consapevolezza. Ci viene chiesto di fare cose semplici, non cose assurde. Ad ognuno di noi vengono chieste azioni normali come lavarsi le mani, rispettare le distanze. Questa fase che arriva è pericolosa e sarà importantissimo avere comportamenti individuali consoni. Se ne verrà fuori piano piano se tutti faranno la loro parte”.