Il piano terra di Casa Rossetti da oggi è la Sala della Costituzione. Intitolata alla legge fondamentale della Repubblica italiana la stanza al pianterreno affacciata sulla panoramica Loggia Amblingh di Vasto. Quella porzione dell’abitazione che fu del poeta vastese ospiterà le associazioni.
Al taglio del nastro, oggi pomeriggio alla presenza delle autorità cittadine, ha provveduto il sindaco di Vasto, Francesco Menna. All’interno, la sala è stata allestita installando ai muri una serie di targhe recanti gli articoli della Carta costituzionale del 1948 che racchiudono i principi fondamentali della Repubblica, oltre alle foto, corredate da alcuni cenni biografici, delle “Madri costituenti”.
“Un luogo prezioso – ha detto Menna – per i soggetti che se ne serviranno. Le associazioni e le realtà del volontariato: una rete che, fortunatamente, esprime un radicamento ed una vitalità straordinari, di cui beneficia l’intera comunità cittadina, a partire dall’amministrazione civica.
Sono tante le situazione emegenziali che stringono una popolazione di oltre 42mila residenti e che, quotidianamente, per ragioni lavorative e di studio, assorbe un numero sempre crescente di pendolari dal territorio comprensoriale. I servizi sociali comunali sono chiamati a far fronte ad una vasta gamma di bisogni che devono trovare una rispondenza in termini di servizi adeguati, anche innovativi. Sono orgoglioso del fatto che, pur un quadro di complessiva riduzione dei finanziamenti sovracomunali, il nostro Comune non ha diminuito di neppure un solo euro le risorse destinate a questo comparto strategico”.
Il primo cittadino ribadisce che “questo luogo è prezioso per la particolare intestazione scelta: la nostra Carta costituzionale. Tante sono le considerazioni che potrei fare, ma vorrei considerare, insieme a voi, l’aspetto che mi sembra esprima il senso più profondo di quel miracolo di civiltà che fece i conti con un passato tragico, di sopraffazione e di guerra, e ci portò nel futuro, un nuovo tempo di democrazia e di libertà che abbiamo la fortuna di sperimentare ancora oggi, ad oltre 70 anni di distanza. Furopno lavori difficili quelli che l’Assemblea Costituente, dopo la nascita della Repubblica, si trovò a portare avanti: dotarsi di istituzioni che evitassero il ritorno alla supremazia del più forte. Uomini illuminati, portatori di differenti ideologie, ma tutti pienamente radicati nei valori democratici e nel ripudio della violenza, riuscirono a portare la nave in porto.
Alcuni di loro sono ritratti all’entrata della Sala, tra i 556 componenti l’Assemblea, il nostro concittadino, il senatore Giuseppe Spataro, ed appena 21 donne che, tuttavia, seppero incidere nei passaggi maggiormente identitari dei lavori: al loro esempio ed alla loro forza abbiamo voluto dedicare la parete delle Madri Costituenti”.
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