Sono trascorsi vent’anni dalla prima edizione di Vasto Graffiti. L’ideatore, architetto Raffaello Gaspari, racconta la nascita di quell’iniziativa e l’esperienza che ne è derivata.
“Passeggiando sulla loggia Hambling si rifletteva sui Graffiti dei ragazzi fatti con i pennarelli sulla balaustrata: firme, simboli, frasi d’amore, o semplicemente la data del filone. Allora Mark Zuckerberg era un adolescente e probabilmente anche lui avrà lasciato qualche messaggio analogo prima di dare l’avvio con Facebook all’epoca dei-social network.
Graffito o murales significa scrivere, disegnare, dipingere, e grazie ad essi abbiamo avuto delle testimonianze scritte sulle civiltà che li hanno tramandati. Le sue origini sono preistoriche e i ritrovamenti sono molteplici, emblematici quelle della grotta di Lascaux, ma ricordiamo le incisioni rupestri della Val Camonica, nella valle dei re in Egitto, nelle ville pompeiane fino ad arrivare al “Graffitismo” o “Writing” a rappresentare le espressioni metropolitane come rottura dalle regole negli anni ’70 a partire da Filadelfia e New York.
Promossi con il patrocinio del Comune di Vasto e la Comunità Montana un concorso a livello nazionale ed il 25 luglio del 1999 ebbe luogo la manifestazione itinerante. Gli artisti realizzarono i loro lavori con bombolette spray su dei pannelli in legno posizionati a Vasto ed in alcuni paesi dell’entroterra ed i pezzi più interessanti furono premiati a fine giornata da una giuria di esperti. Si poterono ammirare le diverse tendenze creative, scoprire la firma o pseudonimo dell’artista Tag o Throw up, in diverse elaborazioni grafiche ad esprimere l’identità ed uno specifico percorso stilistico e pezzi realizzati in Aerosol art che maggiormente riescono a raggiungere il pubblico per la loro più semplice comprensione.
I writers sono composti da gruppi o crew e ad essi si associa la cultura hip hop, genere musicale con analoga identità rivolta verso la comunicazione urbana. La manifestazione pertanto non poteva che concludersi sul palco con DJs e sfide di breakers.
L’obiettivo raggiunto fu quello di far conoscere il graffitismo contemporaneo, non come vandalismo, ma come forma di comunicazione che spesso si traduce in forma d’arte urbana transitoria ed espressione culturale e sociale. Vasto graffiti venne ripetuto in altre due edizioni nel 2000 e 2001, quando l’amministrazione comunale mise a disposizione degli artisti il muro dei parcheggi di Via Dalmazia, tuttora utilizzato”.
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