In lacrime entrambi. “Lui è il miglior giocatore della storia della Vastese”, scandisce Tony Giammarinaro mentre abbraccia lungamente Tonino Lo Vecchio. L’allenatore e il centravanti più amati dagli sportivi vastesi.
Un gesto spontaneo, quando la festa dei 70 anni della Bacigalupo Vasto è iniziata da una manciata di minuti, genera tanti occhi lucidi nella platea della Sala Aldo Moro. Sulle poltrone rosse, tra i tifosi storici e i più giovani,s tanti ex calciatori. Provare a elencarli tutti significherebbe, inevitabilmente, dimenticare qualcuno. Molti sono qui per il ritorno di volpe grigia, che a Vasto ha allenato nel 1972-’73 e nel 1990-’91.
Settant’anni. Tanti ne sono passati dalla tragedia di Superga in cui scomparve il Grande Torino. Su quell’aereo era salito anche un giovanissimo Tony Giammarinaro. Poi il cambio di decisione: lo fecero restare a casa. Così si salvò dal disastro aereo del viaggio di ritorno. Il giorno dopo, Nicola D’Annunzio comprò, come sempre, il Corriere dello Sport. Era un tifoso del portiere granata, Valerio Bacigalupo, “era il mio idolo”, racconta in videochiamata da Perth, accolto a distanza dagli applausi della sua città natale, da cui è emigrato da giovane. “Quando lessi sul giornale la notizia della tragedia di Superga, andai a pregare Santa Lucia e decisi di fondare questa società sportiva intitolata al grande portiere del Torino, che diceva: ‘La porta è la mia casa, il pallone è il mio nemico. Non faccio entrare il nemico in casa’. Comprai le prime maglie vendendo gassose” nel giorno in cui “passava la processione di San Nicola. Mi misi con un banchetto in via Santa Lucia e tutti i passanti diretti a San Nicola compravano le bottiglie di gassosa. Con i soldi comprai delle maglie bianche, poi dipinte da mia sorella con i colori del Torino. Quella del portiere era nera come quella di Bacigalupo”. Oggi, a distanza di sette decenni, la sua squadra esiste ancora e vince i campionati regionali. È anche merito suo, che ci ha creduto in tempi difficilissimi, ma “non voglio trofei, non voglio niente. Quello che c’è dentro il cuore è abbastanza”. Il messaggio ai giovani: “Se volete, potete”, è il messaggio che lancia ai presenti all’incontro pubblico moderato da Stefano Troilo, l’addetto stampa della Bacigalupo-Vasto Marina, la società nata dall’unione di due realtà dilettantistiche che coinvolgono tanti sportivi e raccolgono, quest’anno, i frutti della sinergia: la promozione nel campionato regionale di Eccellenza. Prima del collegamento video, c’erano stati i saluti istituzionali del vice sindaco, Giuseppe Forte, degli assessori Carlo Della Penna e Luigi Marcello, e di Vincenzo Affaldani, vice delegato della Delegazione distrettuale di Vasto della Lega nazionale dilettanti.
La presidente, Angela Di Benedetto: “Ringrazio Vasto per avermi scelta. Per me, il calcio è un hobby. Sono contenta di questi 70 anni”. Sottolinea: “Siamo una società sana”.
Pino Travaglini, un nome legato indissolubilmente al calcio di Vasto Marina: “Per 10 anni – racconta – ho fatto la corte alla Bacigalupo. Poi ci siamo sposati. Ci sono voluti 10 anni”, ripete lo storico patron della squadra di calcio della località balneare. Fa i conti: “Ho vinto 17 campionati, ma forse questo è il più bello”.
Il copresidente della Bacigalupo-Vasto Marina, Gianfranco Iammarino, dice con orgoglio: “Siamo gli unici in Abruzzo ad avere il titolo di scuola calcio d’elite. È stata una stagione di grandi soddisfazioni”.
Massimo Marconato, ex portiere della Pro Vasto degli anni Duemila: “In questa stagione, ho avuto un doppio ruolo: portiere e allenatore dei portierini. Non avevo mai giocato in Prima Categoria”, dice lui, che ha calcato i campi della serie B, “e ho vinto 2 campionati in 10 mesi. È bellissimo”.
Antonio Prospero, ex sindaco di Vasto ed ex dirigente della Pro Vasto, ricorda che, negli anni Settanta “il primo incontro con Giammarinaro fu a Firenze. Ero insieme all’avvocato Federico De Mutiis”, storico presidente e poi direttore generale di Pro Vasto e Vastese, che ci ha lasciato nel 2014. “Dovevamo scegliere il nuovo allenatore. Molti si proponevano. Poi ci fu consigliato Giammarinaro. Lo incontrammo e lo portammo nel miglior ristorante di Firenze. Ci chiese un prezzo che mi sembrava alto. Devo dire che ce lo ha fatto riguadagnare 77 volte”. “Ero in una situazione in cui avevo smesso di giocare e avevo deciso di prendere un’altra strada, non di fare l’allenatore”, lo interrompe Giammarinaro, che a Vasto ha allenato anche agli inizi degli anni Novanta la Vastese in C2: stagione 1990-’91 e poi l’anno dopo subentrando a campionato iniziato. All’epoca in cui era calciatore e anche in quella successiva da allenatore biancorosso nella stagione 1971-’72, “i giocatori erano uomini semplici. Sono dieci anni che non vado alle partite, perché questi guadagnano centinaia di milioni, ma non possono neanche lustrar le scarpe a quelli di allora”.
Tonino Di Santo, che i vastesi cononosco semplicemente come “Il Capitano”, ha giocato nella Bacigalupo: “Ero terzino sinistro. Ho giocato fino a 40 anni. Qualche volta, quando c’era qualche attaccante avversario forte, giocavo anche al centro. All’inizio della partita gli dicevo: ‘Tocca il pallone adesso, che non lo tocchi più'”.
Giuseppe Romoli, che ha giocato nella Pro Vasto di Tony Giammarinaro, raccomanda: “I ragazzi, se sbagliano, non li riprendete, anzi incitateli a riprovarci. E tenete lontani i loro genitori, che vogliono fare i tifosi, gli arbitri, gli allenatori e tutto il resto”.
Poi prendono la parola, tra gli altri, Antonio De Santis, Cesario Di Spalatro, Tommaso Savastio, Pasquale Cirulli e Fernando D’Annunzio, fratello del fondatore della Bacigalupo. Ogni intervento trasmette un’emozione. Come quella che si legge negli occhi di volpe grigia.