Una rete sentieristica di 46 chilometri per offrire una destinazione turistico-ambientale al Vastese. È una delle piacevoli novità di questa primavera che consentirà di (ri)scoprire e vivere al meglio la valle del Treste.
Si tratta dell’attuazione dei piani di gestione dei Siti d’Interesse Comunitario per i quali anni fa la Regione Abruzzo stanziò i fondi per rendere fruibili le bellezze naturali protette (il finanziamento arriva dai fondi POR FESR Abruzzo 2014-2020 – ASSE VI – Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e culturali – Linea di azione 6.5.A.2 “Interventi per ridurre la frammentazione degli habitat e mantenere il collegamento ecologico e funzionale” “Promozione della conoscenza e conservazione delle esigenze biologiche e storiche del basso bacino del Treste: percorsi per l’osservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario e le testimonianze storiche del territorio”).
I COMUNI – Tra i destinatari c’è il Sic “Monti frentani e fiume Treste” (300mila euro la somma stanziata) che coinvolge quattro Comuni: Palmoli (ente capofila), San Buono, Liscia e Furci. Al centro del progetto – redatto dall’architetto Attilio Mauri e dall’agronomo Nicola Zinni – che a breve vedrà la luce, c’è la vallata del Treste, una delle meno antropizzate della zona che può ancora vantare ampie porzioni di territorio rimaste intatte.
A ricostruire e potenziare la rete sentieristica già presente, ma in gran parte in abbandono, e dare una forma organica a tutto il progetto è stata l’associazione Itinerari d’Abruzzo che si è occupata anche dell’aspetto comunicativo (dalla realizzazione delle brochure alla presenza su internet). L’obiettivo è dar vita a percorsi attrezzati come fatto con successo in altre zone come quelle dei parchi abruzzesi.
[ant_dx]“Non abbiamo nulla da invidiare – dice Alessio Massari che settimanalmente ha ripercorso tutti i sentieri per tracciarli – La valle del Treste è il punto d’incontro tra il clima mediterraneo e quello continentale più fresco dando vita ad habitat unici”. La varietà di ambienti consente di passare dai querceti alle praterie appenniniche e alle faggete.
I SENTIERI – Sarà possibile accedere ai percorsi studiati da diversi punti di partenza, ma la rete creata consentirà di spostarsi tra le bellezze naturali dei vari comuni camminando anche solo tra boschi e vegetazione. In questi giorni si sta concludendo l’installazione della segnaletica e a breve ci sarà l’inaugurazione del progetto probabilmente nelle vicinanze di una delle testimonianze del passato riportate a nuova vita.
I lavori non hanno riguardato solo i sentieri, ma anche il restauro di alcuni punti di interesse in abbandono. Tra questi c’è un antico mulino sul fiume Treste, in territorio di Liscia, uno degli ultimi esempi rimasti dell’antico sistema presente nella vallata, collegato all’eremo di San Michele Arcangelo.
In territorio di San Buono sono da annoverare la quercia millenaria e altri notevoli esemplari. Il tour può poi proseguire toccando il sito di rilevanza storica delle mura saracene a Furci: secondo la Sovrintendenza sono state chiamate così in ricordo dell’evento storico dell’invasione dei turchi lungo l’Adriatico con incursioni anche all’interno, ma in realtà sono resti di un’antica villa di epoca romana precristiana.
A Palmoli il sentiero parte dal centro nelle vicinanze del castello marchesale (sede del museo etnografico) per poi snodarsi tra storiche piste forestali e il bosco Romelle passando per l’antica “fonte alle Coste” (qui i palmolesi prendevano l’acqua prima dell’arrivo dell’acquedotto) restaurata per l’occasione.
LA PROSSIMA SFIDA – Il progetto è solo all’inizio, una volta partito bisognerà continuare a credere in questo tipo di approccio turistico e, magari, ampliarlo (sono ancora tante le zone da riportare a nuova vita come, ad esempio, a Palmoli la vecchia cava di gesso alla “Fisca Castellari” che si affaccia sul fiume Treste).
Grazie alla stessa linea di finanziamento i fondi sono arrivati anche agli altri gruppi di comuni che gestiscono altre aree Sic come ad esempio quelli composti daTorrebruna (capofila), Carunchio, Celenza sul Trigno, Fraine, Castiglione Messer Marino e San Giovanni Lipioni (questi sei operano sullo stesso Sic “Monti frentani e fiume Treste”), un altro formato da Carpineto Sinello (capofila), Guilmi, San Buono e Gissi, e uno ancora più ampio per i sic della valle del Trigno, di cui uno ha come ente capofila il comune di San Salvo: una potenzialità da concretizzare mettendosi in rete.
Foto e video realizzati nelle settimane precedenti nella Valle del Treste si possono ammirare sulla PAGINA FACEBOOK UFFICIALE del progetto.