Va avanti l’opera di riscoperta, tutela e valorizzazione dell’acquedotto delle Luci, opera costruita dai romani che per molti secoli ha rappresentato la preziosa fonte di approvvigionamento idrico della città di Vasto. Un interessante progetto – Acqua bene comune – promosso dal Lions Club Adriatica Vittoria Colonna sta coinvolgendo gli studenti degli indirizzi CAT e Gec dell’Itset Palizzi di Vasto e che inserisce nelle attività dell’istituto come percorso di alternanza scuola-lavoro. In una prima fase i ragazzi hanno incontrato a scuola il professor Elio Bitritto, per il Lions Club, e il professor Davide Aquilano, presidente di Italia Nostra del Vastese, per conoscere la storia dell’acquedotto.
[ads_dx]Poi è arrivato il momento di andare sul campo, coordinati dal professor Giuliano De Rosa, percorrendo in superficie il cammino dell’acqua dal pozzo numero 1, nella zona di Sant’Antonio abate, dove nasce l’acquedotto, fino alla villa comunale. In tre appuntamenti hanno ripercorso il tracciato dell’acquedotto i ragazzi del 3°, 4° e 5° del corso Cat e il 5° Gec. A guidarli è stato Marco Rapino, archeo-speleologo della cooperativa Parsifal che sta portando avanti, insieme ad altri colleghi, una preziosa opera di studio ed esplorazione dell’acquedotto. Nell’osservare i pozzi e ripercorrere il tracciato dell’acquedotto, gli studenti hanno effettuato rilievi che poi torneranno utili per le fasi successive del progetto. Tante le domande che quest’opera, con oltre 1800 anni di storia, suscita in chi vi si avvicina per la pima volta. Da dove arriva l’acqua e, soprattutto, dove finisce? Un tempo riempiva le cisterne e alimentava le fonti della città. Oggi c’è più di un indizio che molta di quest’acqua, che ancora scorre nei condotti ipogei, si perda nel sottosuolo, con i disagi che, sempre più spesso, si rendono evidenti.
“Ogni classe – ci ha spiegato il professor De Rosa – raccolto del materiale che verrà raccolto dagli studenti del quinto per elaborare delle proposte, di recupero e valorizzazione, da sottoporre a Comune e soprintendenza“. Oltre alla parte tecnica, curata dai ragazzi del corso Cat, ci saranno gli elaborati del corso Grafica e Comunicazione e turistico per la predisposizione di un’adeguata cartellonistica, ad esempio per idenfiticare i pozzi in spazi pubblici, e per un possibile percorso turistico. “Ma l’idea è quella di coinvolgere altre scuole della città“, aggiunge il docente vastese. Si potrebbero fare dei prelievi di acqua da analizzare nei laboratori dell’Itis o ricostruire nel dettaglio la storia dell’acquedotto romano coinvolgendo i licei.
L’acquedotto delle Luci, per tanti anni finito quasi nel dimenticatoio, ora torna ad essere al centro dell’attenzione, grazie al prezioso lavoro degli studiosi della Parsifal e di un interesse crescente da parte dei cittadini. Sarà importante proseguire con grande attenzione nell’analisi delle sue attuali condizioni sia per le note questioni di assetto idrogeologico – se c’è dell’acqua che si disperde nel sottosuolo finirà col causare seri danni – che per gli aspetti culturali e turistici legati a un’opera costruita oltre 1800 anni fa e ancora – per la maggior parte – così ben conservata.