Hanno rubato di tutto, persino due trattori. Saccheggiato e devastato a Vasto il Cotir, il centro ricerche agricole che la Regione Abruzzo ha chiuso lo scorso anno. In autunno, alla sede di contrada Zimarino, erano stati staccati anche luce e gas. Mentre i dipendenti, che hanno vinto il ricorso ottenendo il diritto a mantenere il posto di lavoro, devono ricevere decine di stipendi e non conoscono ancora il loro futuro, la struttura viene depredata.
“Mezzi agricoli, attrezzature e computer rubati, porte divelte, grondaie e canali di rame spariti, forestiere svuotate, sanitari divelti e razzie di ogni genere. Questo è il triste epilogo del Cotir a causa di una di una Regione, incapace, sorda e inadempiente davanti alla mie denunce, lasciando in totale abbandono un immobile pubblico”, protesta Mauro Febbo, consigliere regionae di Forza Italia, che invia alle testate giornalistiche alcune foto dei danni causati dal raid.
“Non è stata garantita neppure la minima sorveglianza di un patrimonio pubblico a dimostrazione della incapacità politica ed amministrativa della Regione. Questo – commenta Febbo – è il più triste epilogo che poteva capitare al Cotir dopo una gestione fallimentare condotta da D’Alfonso e dell’assessore Pepe. In più di quattro anni, questo governo regionale di centrosinistra, dopo aver
illuso i ricercatori e fatto promesse, non ha realizzato nessun atto concreto per salvare il Cotir ed i suoi lavoratori che sono dovuti
ricorrere a vie giudiziarie al fine di salvare la propria occupazione. A gennaio scorso la Corte dei Conti, dopo il mio esposto circa la grave
situazione economica finanziaria debitoria del Cotir e lo stato di totale inerzia da parte dei commissari liquidatori, aveva fatto formale richiesta alla Regione Abruzzo affinché venissero forniti alla Procura documenti e informazioni. Ma, dopo la decisione di sospendere ogni tipo di attività al Cotir assunta e decisa proprio dai liquidatori e ratificata dall’Assessorato alle Politiche agricole della Regione Abruzzo, le cose sono peggiorate. Infatti, la scelta di mettere in liquidazione il Centro di ricerca vastese ha praticamente compromesso il futuro dei lavoratori e della stessa struttura che negli passati è stata luogo di eccellenza”.
[mic_dx]”In più occasioni – prosegue Febbo – ho denunciato la superficialità della Regione Abruzzo nell’affrontare la crisi dei Centri di Ricerca e oggi abbiamo un patrimonio immobiliare di rilievo con attrezzature scientifiche, impianti irrigui e laboratori chimici che sono stati addirittura distrutti, rubati e lasciati a marcire nell’indifferenza più totale. Sono mesi che le strutture sono senza corrente, telefoni, riscaldamento, non si eseguono le minime manutenzioni. Mentre la Regione di D’alfonso, Pepe e Paolucci ha deciso di salvare e riconvertire solo il Crab di Avezzano trasformandolo in Crua. Tra l’altro, ad oggi, è un salvataggio solo di facciata e a spese
degli abruzzesi perche le centinaia di migliaia di euro erogati non sono bastati per far ripartire l’attività di ricerca agricola, ma solo – sostiene Febbo – salvaguardare la posizione politica del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pagrazio”.
“Oggi stesso – annuncia Febbo – provvederò ad integrare il mio esposto alla Procura della Corte dei Conti per l’addebito dei danni patrimoniali causati dalla inettitudine di qualcuno. Tutto questo è davvero inaccettabile”.