La residenza dei marchesi d’Avalos è lo scrigno che custodisce i capolavori di Filippo Palizzi. La più grande mostra mai realizzata sul genio pittorico dell’artista vastese apre ufficialmente i battenti oggi pomeriggio, con opere provenienti dai tesori di Palazzo d’Avalos, ma anche, in larga parte, da Roma e da Napoli. Stamani siamo andati a curiosare tra le duecento opere d’arte scelte dalla direttrice del Polo museale d’Abruzzo, Lucia Arbace, per ripercorrere le tappe dell’artista a due secoli esatti dalla sua nascita.
Dal percorso che si addentra in 11 sale espositive, restaurate dal 2006 in poi, del primo piano di Palazzo d’Avalos, emerge un artista poliedrico, in grado di spaziare dai vivi colori delle tele che lo hanno reso celebre, alle ceramiche che ci fanno apprezzare le doti di designer di Filippo Palizzi, capace di tratteggiare su una serie di maioliche esposte – riallineate a riformare la porzione di pavimento che rivestirono – petali di rosa che sembrano staccarsi dalla superficie bianca, come se fossero appoggiati e non dipinti sulle mattonelle.
La mostra nazionale, che sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre, è intitolata “Dopo il diluvio”, come uno dei quadri che maggiormente riassumono la maestria di Filippo Palizzi. Una tela di cui – attraverso un video proiettato a ciclo continuo nella Sala della musica di Palazzo d’Avalos e un touch screen posizionato nella stessa saletta in cui è esposto il quadro – viene raccontata la genesi e la tecnica pittorica.
Oggi pomeriggio, alle 18, il vernissage ufficiale, cui interverranno, nell’ordine: il sindaco di Vasto, Francesco Menna, il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, l’assessore comunale alla Cultura, Giuseppe Forte, e la curatrice, Lucia Arbace.
Foto – Bicentenario Palizzi, anteprima della mostra nazionale
Foto – Bicentenario Palizzi, il quadro "Dopo il diluvio"
“Dopo il Diluvio”: il quadro che dà il nome alla mostra allestita a Vasto, a Palazzo d’Avalos, in occasione del bicentenario della nascita di Filippo Palizzi