Una donazione di pregio impreziosisce la storica sede della Società operaia di mutuo soccorso di Vasto.
Giulio Marchioli, nativo di Casalbordino e di mamma vastese, non dimentica le sue origini. Pur vivendo stabilmente in Puglia, è tornato per donare alcune delle sue opere: un’intera collezione pittorica da sabato è in mostra permanente nella sede di via Raffaello dell’antica associazione, che esiste a Vasto dal lontano 1864. Sabato pomeriggio il vernissage con la firma ufficiale dell’artista e del presidente della Società operaia di Vasto, Gianni Menna, in calce all’atto di donazione.
A rappresentare l’amministrazione comunale, c’era l’assessore alla Cultura, Giuseppe Forte, che ha elogiato il “gesto di grande altruismo” di Marchioli.
“La nostra esperienza – spiega Marchioli – si consuma nel tempo della velocità spesso quasi non percependo gli innumerevoli attraversamenti simbolici che, come linee tangenziali, accompagnano la nostra sorda e svagata quotidianità. Ci lasciamo affollare il vivere da cose e fatti che svuotano la nostra fragile identità. Così questa vita di obbliga a volare basso, anzi a radere il suolo, appesantendoci al punto tale da sfiorare la disumanità. Inorridisco al ricordo di aver purtroppo osservato bambini sulla riva del mare con lo sguardo catturato nel proprio smartphone mentre lo spettacolo del mare, con tutto il suo fascino, la sua forza evocatrice, restava al buio, oscurato dalla net power, che tesse attorno a noi la sua affabulante e, al contempo, temibile trama virtuale. Credo finalmente che per tornare, non a guardare ma a vedere, bisogna ripartire dalla forza del rivelare.
[mic_dx]In questa singolare visione – racconta l’artista – si articola il mio ultimo lavoro, dal titolo Geometrie ascensionali, con grafici a tecnica mista ad unico formato. Quindi, è necessario trasportare i nostri occhi (ed altre facoltà) sui piani del simbolico. Il simbolo non è fuga dalla realtà, alienazione, ma, al contrario, è la chiave per uscire dalla schiavitù della ripetizione, del multiplo, del non senso, dello smarrimento. Queste piccole opere, donate alla Società operaia di mutuo soccorso di Vasto, in memoria di Irma Leccetti, mia madre, nata in questa città agli inizi del Novecento, vogliono essere un contributo, spero qualificante, affinché l’oscuramento globale (già in atto), non umili in modo irreversibile e tragico la storia umana facendoci oltremodo smarrire la nostra bellezza di umanità, così preziosa nella sua multiforme diversità. La luce, i colori, le forme primarie, i ritmi, le armonie, lo stupore sono ancora tra noi e per noi”.