Si farà la perizia psichiatrica su Fabio Di Lello. Lo ha deciso oggi la Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, accogliendo l’istanza presentata dalla difesa nella prima udienza del processo di secondo grado.
“Nel corso dell’udienza, la Corte ha preliminarmente acquisito la documentazione medica che abbiamo presentato e ha poi ammesso la perizia psichiatrica al fine di accertare la capacità d’intendere e di volere del nostro assistito dal momento in cui è avvenuto il fatto fino a oggi“, dice l’avvocato Pierpaolo Andreoni che, insieme al suo collega Giuliano Milia, difende Di Lello.
Si tornerà in aula il 21 febbraio, quando il collegio giudicante nominerà il consulente tecnico d’ufficio che dovrà accertare la capacità d’intendere e di volere dell’imputato e, entro la scadenza che verrà fissata in quella stessa udienza, consegnare una relazione con cui comunicherà alla corte i risultati dell’accertamento.
“Esprimiamo apprezzamento positivo riguardo l’operato della Corte – dice l’avvocato di parte civile, Pompeo Del Re – siamo fiduciosi sull’operato della magistratura. Ci siamo opposti alla perizia perché riteniamo che ci fossero risultanze oggettive dalle quali è già emersa la piena capacità del Di Lello, ma anche un’ulteriore verifica può apportare ulteriori elementi in questa direzione”.
La vicenda – Inizia oggi davanti alla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila il processo di secondo grado a carico di Fabio Di Lello, condannato in primo grado a 30 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Lanciano per l’omicidio di Italo D’Elisa, avvenuto il 1° febbraio 2017 a Vasto in viale Perth [LEGGI].
Una vendetta premeditata, secondo i giudici di primo grado, quella del trentaquattrenne ex calciatore della Pro Vasto nei confronti del ventunenne che l’estate precedente – era la sera del 1° luglio 2016 – aveva travolto con la sua auto, uccidendola, la moglie di Di Lello, Roberta Smargiassi, 34 anni, in sella al suo scooter all’incrocio tra corso Mazzini e via Giulio Cesare.
L’omicidio si è consumato davanti a un bar di viale Perth, quando Di Lello, di ritorno da Cupello, aveva visto D’Elisa. Il 21enne è stato colpito da tre proiettili della pistola semiautomatica che il panettiere aveva nel cruscotto dell’auto.
Subito dopo, Di Lello si era recato al cimitero di Vasto, dove era stato trovato dai carabinieri vicino alla tomba della moglie.
Davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello, Fabio Di Lello sarà assistito dagli avvocati Pierpaolo Andreoni e Giuliano Milia. Come nel processo di primo grado, la pubblica accusa sarà rappresentata dal procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio, e le parti civili (i familiari di D’Elisa) dagli avvocati Pompeo Del Re e Gianrico Ranaldi.