Un tempo c’era l’Ospedale di Gissi, al cui storia è ben nota. Voluto da Remo Gaspari, negli anni è stato un punto di riferimento per l’entroterra Vastese. Poi, con il passare del tempo e la necessità per la Asl di operare dei tagli, la struttura è stata svuotata delle sue funzioni. Ne sono seguite proteste, polemiche e quant’altro. Di fatto, quello che una volta era un ospedale oggi è un presidio sanitario. I problemi non mancano. E’ stato Giuseppe Forte, nella veste di vicepresidente del consiglio provinciale, a denunciare lo stato di abbandono della struttura. Oggi le funzioni del presidio sono cambiate. C’è il posto di primo soccorso, ci sono una serie di ambulatori, l’ospedale di comunità, il centro diurno e poi ci sono i pazienti con problemi psichici, provenienti dall’ex Villa Pini.
Tante le criticità di questa struttura, legate al fatto che al momento non tutte le parti vengono utilizzate, comprese quelle che erano state da poco ristrutturate. Negli ultimi mesi più volte è arrivata la visita dei ladri. Sono state forzati distributori automatici, portati via addirittura i sanitari, smontati i cilindretti delle porte. In qualche reparto, ora, per evitare problemi, hanno legato le panche ai termosifoni utilizzando delle catenelle. Il problema è che nelle ore serali e notturne non c’è vigilanza.
Di giorno, quando funzionano gli ambulatori c’è un discreto viavai di persone. Ma poi, di notte sono solo 10 i dipendenti ad essere presenti qui: 4 al posto di pronto soccorso, 2 nell’ospedale di comunità e 3 nel reparto con i pazienti psichiatrici. “E’ vero, questi problemi ci sono – dice Fioravante Di Giovanni, il dirigente responsabile del presidio di Gissi-. I furti che ci sono stati negli scorsi mesi sono stati tutti denunciati ai carabinieri. Da allora abbiamo chiesto maggiori controlli da parte loro e sembra andare meglio”. Ma i dipendenti non sempre si sentono tranquilli. “La richiesta per l’impianto di videosorveglianza c’è.
E’ al vaglio dell’ufficio tecnico della Asl”. Il problema è sempre lo stesso: non ci sono i soldi. “C’è da dire-spiega il dirigente- che questa struttura fino a non molto tempo fa non conosceva la sua sorte. Ora sembra che l’azienda voglia investire per restituire funzionalità. Abbiamo già riattivato diversi ambulatori, come cardiologia, ecocardiologia, ortoperdia. E poi proprio oggi (ieri, ndr) c’è stato l’aumento da 10 a 18 posti letto per l’ospedale di comunità. Per questo territorio è questo il tipo di servizio che serve”. Resta il fatto che una struttura molto grande è sottoutilizzata, esponendo al degrado molte parti. “La Asl ha presentato la richiesta per poter fare qui la Rsa -spiega Di Giovanni-, con posto per 20 ospiti. Però questa scelta non dipende da noi”.
Il reparto del terzo piano oggi chiuso e che è stato depredato sarà rimesso a posto per ospitare l’ospedale di comunità. “Poi metteremo a norma anche gli altri spazi”, spiega il dirigente. Per quanto riguarda il controllo, che darebbe maggior senso di sicurezza a chi, per lavoro o per necessità, frequenta questo luogo si cerca di migliorare. “Fino a qualche giorno fa c’era un solo addetto alla portineria, che copriva solo il turno della mattina.Da qualche giorno c’è una seconda persona che, una volta formata, potrà quantomeno coprire anche il pomeriggio. Certo, resta la notte, ma cerchiamo di fare il massimo con le risorse che abbiamo”. Tra qualche buona notizia e tante incertezze, la vita del presidio sanitario di Gissi sembra andare avanti.
Foto – Presidio ospedaliero di Gissi
Il presidio ospedaliero di Gissi, luogo tra le tante difficoltà e qualche speranza per il futuro