Arrivano, parcheggiano, scendono dalla macchina e percorrono via Barbarotta. Azioni ripetute quotidianamente per 47 lunghi anni. Ma questa volta ci siamo io e Costanzo ad attendere Enzo e Celeste Di Liborio fuori dalla loro macelleria. Che però è chiusa. Perchè dopo tanti anni di lavoro è arrivato il momento della pensione. Ma abbiamo voluto incontrarli qui, in un luogo che, seppur mancante della sua “materia prima”, la carne, racconta tanto della vita di questa coppia. Ad una delle pareti c’è una foto che ritrae un ragazzino dietro il bancone di una macelleria. E’ Enzo, il primo giorno di apertura della sua attività. “Ho iniziato a fare questo mestiere a 14 anni – racconta – perchè mi piaceva. Poi, poi due anni dopo, ho deciso di aprire la mia attività”.
Ad integrare il racconto, visto che Enzo è sempre di poche parole, interviene la signora Celeste. “Figuratevi che la prima licenza dovette essere a nome di sua madre, visto che lui era minorenne”. Il caso ha voluto che in quel primo storico giorno, ci fossero degli amici di famiglia ad immortalare il momento. “Erano amici di mio padre, carabiniere, che vivevano in Svizzera. Mi fecero quella foto e poi me la portarono un anno dopo, quando tornarono a Vasto”. Il locale era qualche metro più avanti, ma da quel giorno Enzo Di Liborio è diventato un punto di riferimento per il centro storico di Vasto. Con l’esperienza acquisita negli anni di apprendistato nella macelleria Saraceni e gli inizi supportato dai genitori, è diventato un maestro nel suo lavoro. Poi, per una fortunata coincidenza, ha conosciuto la donna che poi è rimasta sempre con me. “Veniva a Termoli – racconta Celeste -, dove io vivevo. Mio padre allevava animali e lui veniva a comprarli. Che dire? Ci siamo innamorati e ci siamo sposati. E così anche io sono entrata in questa attività”.
Insieme nella vita e nel lavoro. Sempre sorridenti e allegri. Ci vuole qualche ricetta segreta. “Abbiamo messo subito le cose in chiaro. Qui era lui il capo. A casa, invece, ero più io ad occuparmi di gestire le cose. E siamo andati sempre bene”. Una vita di duro lavoro. “Si iniziava presto la mattina. Tante ore in negozio, per essere sempre a servizio dei clienti. La sera si finiva per essere molto stanchi”, racconta Enzo. Il negozio è rimasto ancora allestito. Forse qualcuno verrà qui per non far morire questa attività. Continuiamo la nostra chiacchierata, mentre Costanzo immortala curiosità e aspetti particolari dei volti di Enzo e Celeste. La porta è rimasta aperta e si affaccia una signora che, rivolgendosi a loro dice: “Cos’è, vi manca venire qui e siete tornati ad aprire?” In 47 anni di attività Enzo e Celeste hanno visto passare diverse generazioni. “Ci sono persone che prima venivano insieme ai nonni e poi sono diventati a loro volta nostri clienti. Quelli più affezionati, quando hanno saputo che chiudevamo, si sono commossi”.
Ricordi piacevoli ma anche tante cose che sono cambiate. “Il centro storico sta morendo – è la triste analisi di Celeste -. Se non si fa davvero qualcosa, rimarrà tutto deserto. Una volta c’erano tanti motivi per cui venire in centro: le scuole, uffici, servizi. E così era anche l’occasione per fare spese o altro. Oggi, invece, tante case sono vuote e i negozi chiudono. Eppure questo centro storico è bellissimo. Di questo passo, però, non ne rimarrà niente”. Guardando le vecchie foto in bianco e nero scorrono i ricordi. E si pensa anche ad una nuova vita che inizia. “Io sarei voluto andare avanti un altro po’ – confessa Enzo – ma le nostre leggi non lo consentono. Quando si arriva al limite d’età si deve smettere. Sarebbe dovuta venire da sola lei, ma non era proprio il caso”. Non avranno certo problemi ad occupare il tempo, visto che sono nonni di 4 nipotini, di cui 3 gemelli. “Anche questa è stata una motivazione – spiega Celeste -. In questo modo riusciamo a dare una mano ai figli”.
Resta il rammarico di non aver trovato qualcuno che subentrasse nell’attività. “Abbiamo sempre portato avanti questa macelleria con passione e puntando alla qualità del prodotto. Se si troverà qualcuno, deve essere una persona che ha voglia di lavorare bene”. I ricordi sono tanti e fanno tornare alla mente episodi che attraversano i 47 anni di storia di questa attività. Un pensiero, però, ci tengono ad affidarcelo. “Vogliamo dire un grande grazie a tutte quelle persone che ci hanno scelto in questi anni“. Lo hanno scritto anche su un cartello che è rimasto lì, dietro la grata che chiude la vetrina d’ingresso. La porta di via Barbarotta torna a chiudersi, Enzo e Celeste fanno ritorno a casa, per vivere tanti e tanti anni ancora insieme.
Testo: Giuseppe Ritucci
Foto: Costanzo D’Angelo
Foto – Enzo e Celeste Di Liborio
foto di Costanzo D’Angelo – Occhio Magico