Pinacoteca di palazzo d’Avalos gremita per il primo appuntamento dei Giovedì Rossettiani 2013. Tante persone per assistere all’incontro con lo scrittore Erri De Luca e anche tanti che, non essendo riusciti ad entrare all’interno della sala, hanno rinunciato all’evento. A dialogare con lo scrittore partenopeo è stato il professor Giovanni Tesio, mentre Tiziano Feola ha letto alcune pagine tratte dai sui libri. Una produzione importante, quella di Erri De Luca, con decine di libri scritti in questi anni. Un personaggio che ha attraversato le fasi “calde” della vita del Paese, anche dal punto di vista politico e coltiva con successo la passione per l’alpinismo. Tanti i temi toccati durante l’incontro organizzato dal Centro Studi Rossettiani, anche grazie alle domande del pubblico che, a fine serata, ha chiesto foto e autografi.
Le sue storie. Le storie che posso raccontare sono quelle che ho conosciuto, che ho vissuto con i miei sensi. Per questo nei miei racconti c’è un Io narrante. Poi il formato delle mie frasi è breve. Ogni frase non è mai più lunga di quello che ci vorrebbe a pronunciarla. Nel momento in cui una storia viene scritta raggiunge il suo formato definitivo, è congelata. Se prendiamo come esempio la Bibbia , vediamo che hanno iniziato a scriverla perchè iniziavano a non ricordare più le storie che la componevano e che si trasmettevano oralmente. Infatti prima è stata scritta solo con le consonanti, senza separazioni tra le parole. Poi hanno separato le parole ed infine aggiunto le vocali.
La scrittura. Per me la scrittura è stata sempre il modo migliore per farmi compagnia. Scrivere non lo considero un lavoro. Il vero lavoro era quello che facevo prima come operaio. Anzi, dico che quando lavoravo, arrivare alla sera e sapere di poter scrivere era per me un considerararlo come il tempo salvato di quelle giornate. Lo scrivere mi aiutava a campare.
Il rapporto con i genitori. Sono andato via di casa a 18 anni. Ma poi, quando dopo tanti anni sono tornato, i miei genitori sono venuti a vivere con me in campagna. E sono sempre rimasti con me, morendo tutti e due, a distanza di 20 anni, tra le mie braccia. Non sono credente e non ho la consolazione di ritrovarli in un altro mondo. Ecco perchè, per mantenerli vivi, scrivo spesso di loro.
Per me loro due sono le lingue che ho ricevuto. Mia madre mi ha insegnato il napoletano, mio padre l’italiano e pretendeva che con lui lo parlassi. Con mio padre parlavo a bassa voce in italiano, dopo una giornata in cui avevo ricevuto stimoli “urlati” in napoletano. Mi piaceva perchè ci potevo mettere con calma tutte le cose della giornata.
Prosa e poesia. De Luca ha scritto anche interessanti poesie. “Avevo un amico poeta che si rifiutava di distinguere tra prosa e poesia. Ma lui, per la straordinarietà di quello che ha scritto, se lo poteva permettere. Io dico che sono un poeta per approssimazione. Sulla prosa sono sicuro perchè so che meglio di così non posso fare. Sulla poesia so che potrei fare molto di più, ma va bene così”.
Politica. La politica è un mezzo di servizio dell’economia. Lo Stato è visto e gestito come un’azienda, con il presidente del consiglio che è come il presidente del cda di un’azienda. In questa deformazione c’è la nostra perdita di cittadinanza. Lo Stato deve rispondere della condivisione e comunicazione di diritti e doveri. Ma oggi scuola, sanità, giustizia, non sono diritti fruibili se non acquistandoli. Così un cittadino diventa cliente di uno Stato-azienda. La politica invece dovrebbe essere il ritorno della voce dell’interesse comune.
Il rapporto tra montagna e mare. L’alpinista e il nuotatore fanno lo stesso movimento, con il corpo spalmato su una superficie, entrambi con lo sguardo ostacolato da un qualcosa che può essere la roccia o l’onda. L’alpinismo, poi, è il modo più lento con cui la specie umana ha scelto di muoversi. Scegliendo di praticare l’alpinismo mi sono trovato in intimità con il vuoto, che è uno stato che poi influenza tutta la vita.
Napoli. Mi chiamano spesso i giornalisti quando accadono dei fatti di cronaca per avere un mio commento. Ed allora mi scatta dentro lo spirito di contraddizione dell’avvocato difensore. Credo che in mezzo a tanta quantità autolesionistica ci sia una enorme quantità di autodifesa per tutto ciò che accade. Il sistema nervoso di Napoli dipende dalla sua geologia, dal suo essere un territorio sismico, dalla presenza di un vulcano distruttivo. E così il carattere dei suoi abitanti, molto più simile a popoli “sismici”, come ad esempio quelli del Cile. Però io non vivo in città, diciamo che sono un apolide da Napoli.
Foto – Erri De Luca a Vasto
Erri De Luca a Vasto.