Non è un venerdì come tutti il altri. E’ il venerdì in cui a Vasto si celebra la festa della Sacra Spina, una delle spine che cinse il capo di Gesù Crocifisso, reliquia cara ai fedeli vastesi, che l’hanno adorata nel corso dei secoli. La quintena di preparazione in Santa Maria Maggiore, la messa con l’arcivescovo, la processione per le vie della città, sono un rito religioso e di tradizione popolare che si ripetono anno dopo anno. A fare da corona alla Sacra reliquia non può non esserci la Confraternita che ne porta il nome “Sacra Spina e Gonfalone”. Massimo Stivaletta, priore da due anni, è il primo ad arrivare in chiesa nel pomeriggio che precede il solenne rito. E’ qui che sono venuto ad incontrarlo insieme a Costanzo. Ci muoviamo silenziosi insieme a lui, nel rispetto del luogo in cui ci troviamo. La genuflessione, un momento di preghiera personale, il saluto con il parroco don Domenico Spagnoli.
Lo seguiamo mentre scende le scalette che dalla navata di sinistra della chiesa conducono alla sede della Confraternita. Sono abituato ad incontrare Massimo, che nella vita di tutti i giorni fa il poliziotto, lungo le strade, qualche volta magari sulla scena di un incidente. Ma ora, sotto le volte antiche di Santa Maria maggiore, dove sta preparando ogni cosa perché la messa e la processione si svolgano al meglio, c’è il tempo per scambiare qualche parola in un clima rilassato. “Da ragazzo ho sempre vissuto nella parrocchia. Servendo la messa, partecipando all’attività dei gruppi. Le confraternite che c’erano nel corso degli anni si erano perse. Ma nel 2000 abbiamo deciso di rifondarla, per creare un gruppo di persone a servizio della nostra comunità”. Il nome scelto ha unito quelle che erano le due realtà del passato. E così è nata la Confraternita della Sacra Spina e del Gonfalone. Un’esperienza di fede certamente forte, che “mi ha permesso di vivere momenti intensi, come quelli dei Cammini interregionali e nazionali. Queste esperienze mi arricchiscono”.
A volte, magari sul posto di lavoro, qualche battuta ironica può scappare fuori. “Però i miei colleghi rispettano questa mia appartenenza. Anzi, capita spesso che qualcuno mi chieda consigli o si confidi. E mi fa piacere quando mi dicono che un consiglio è stato a loro utile”. Fervono i preparativi e iniziano ad arrivare gli altri confratelli. I primi a scendere le anguste scalette sono Gino Del Casale e Tonino Petruzzelli. Due vere colonne viventi di Santa Maria. “Siamo stati a preparare per la domenica delle Palme”, dice Gino al priore. Poi mi mostrano i segni tangibili della storia di questo gruppo di persone, riunite nel nome della Fede, della devozione alla Sacra Spina, dell’essere insieme per aiutare il prossimo. Ci sono le immagini delle tante occasioni in cui i confratelli si sono spesi per azioni di solidariterà verso chi aveva bisogno. E anche le tante volte in cui hanno accompagnato la Sacra reliquia in altri luoghi. “La prima volta che abbiamo traslato la Sacra Spina è stato molto emozionante, racconta Massimo. E le occasioni poi sono state tante, fino ad arrivare a Perth”.
Prima di lui è stato Nino D’Annunzio a guidare la Confraternita. I nomi dei ri-fondatori sono ben impressi sulle storiche pareti. “Ora siamo quasi 100 confratelli”, dice con un sorriso, mentre uno alla volta i suoi confratelli arrivano nella sede ed iniziano a vestirsi per il rito religioso. Costanzo ed io cerchiamo di raccogliere ogni sensazione, ogni emozione che si percepisce dall’incontro tra le persone che abbiamo davanti. E’ con affetto che il priore accoglie i più anziani. Si prepara la Chiesa, si sistemano le sedie ed i libretti sull’altare. Poi anche Massimo indossa la veste bianca, la mozzetta con i due ricami dorati, simbolo del priore. Sul petto lo stemma, con i colori della città e la teca in cui è conservata la Santa Spina. E’ il momento di salire in chiesa, per la solenne concelebrazione. Poi la processione per le vie della città, in cui Massimo ed i suoi confratelli si prodigano affinchè tutti possano vivere intensamente questo momento. Si rientra in chiesa, si riporta la Sacra Spina al suo altare. E’ il momento per Massimo di riporre gli abiti e fare rientro a casa, dopo aver vissuto una giornata intensa, segnata dalla Fede e dal servizio.
Testo di Giuseppe Ritucci
Immagini di Costanzo D’Angelo
Foto – Massimo Stivaletta – Confraternita Sacra Spina e Gonfalone
foto di Costanzo D’Angelo – Occhio Magico