“L’idea è nata da un incontro al Premio San Michele con il sindaco Francesco Menna. Chiacchierando d’altro, non so come abbiamo cominciato a parlare di Juan Del Prete, delle opere che erano in mio possesso e il sindaco mi ha detto che sarebbe stata gradita una mia collaborazione nel progetto di esposizione delle opere che erano state donate al Comune nel 1977″. Così Emiliano Longhi ha ricordato le fasi iniziali di un progetto che ha visto la luce ieri pomeriggio con l’inaugurazione della mostra dedicata all’artista argentino, originario di Vasto. Relatori dell’incontro moderato dalla giornalista Paola Cerella, oltre a Longhi, amico di Juan Del Prete, le due curatrici della mostra, Sara Pizzi e Silvia Bosco della cooperativa Archeologia diretta dalla dottoressa Antonella Marsico, e Gabriella Izzi Benedetti. Presenti diversi rappresentanti dell’amministrazione comunale, tra cui il sindaco Francesco Menna e il consigliere delegato alla Cultura Elio Baccalà, che hanno ringraziato gli organizzatori di un progetto che “arricchisce l’offerta turistica e culturale della città”. Breve intervento anche del presidente del Consiglio Giuseppe Forte, che ha ricordato la giornata della donazione nel 1977, seguita “da giovane cronista”.
Nel dettaglio della mostra, le curatrici Pizzi e Bosco che hanno illustrato le 76 opere esposte (di cui 16 sculture) prodotte dagli anni Venti agli anni Settanta, disposte in ordine cronologico “per accompagnare il visitatore lungo il variegato percorso artistico di Juan Del Prete“. “La scelta del titolo della mostra – hanno spiegato le curatrici – è stata immediata: libertà e sperimentazione sono tratti emblematici della sua produzione artistica e delle sue caratteristiche personali. Difficile quantificare le sue produzioni, in quanto a volte distruggeva le sue opere, riutilizzandone parti per nuovi lavori”.
“L’arte di Juan Del Prete – ha poi sottolineato Gabriella Izzi Benedetti – parte dalla rottura delle formule precostituite. La sua creatività si è sempre evoluta in forme innovative, senza escludere le lezioni di chi lo ha preceduto, ma andando sempre oltre.”
In coda al convegno la testimonianza di due nipoti dell’artista che hanno ricordato l’attaccamento di Del Prete alla terra natia: “Quando è partito, ha portato con sé un pugno di sabbia di Vasto e quando tornava a volte si inginocchiava a baciare la terra”.
Tra le varie relazioni, l’accompagnamento musicale di Maria Del Bianco e Domenico D’Annunzio e l’esibizione dei tangueri Giovanna Paola Bellafronte e Giustino De Simone.
Al termine dell’incontro, taglio del nastro e visita nelle 13 sale dell’esposizione, 8 delle quali di recente ristrutturazione.