“Controperizia” sarà. Il vescovo dell’arcidiocesi di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, ha incontrato stamattina la delegazione del comitato per la ristrutturazione della chiesa di San Nicola visionando le carte del progetto di ristrutturazione.
L’esito dell’incontro è stato illustrato dal comitato nel tardo pomeriggio odierno in una sala della Porta della Terra gremita dai fedeli.
La sintesi è questa, quindi: il vescovo (oltre a lui erano presenti l’economo, il responsabile dei Beni culturali e l’ingegnere della Curia) davanti al progetto ha deciso che c’è bisogno di un’altra perizia indipendente. A realizzarla sarà il prof. Claudio Valente della facoltà di Architettura dell’università D’Annunzio di Chieti. Decisione quasi obbligata quella di Bruno Forte davanti al fermento dei fedeli (1.750 firme raccolte e un sit-in davanti alla chiesa, LEGGI), ma anche davanti ai freddi numeri.
LE CIFRE – Il dato interessante, infatti riguarda le cifre delle quali si è tanto parlato finora. “Una demolizione e ricostruzione è più conveniente della ristrutturazione”, si giustificò così la soluzione più drastica. “Dati alla mano – ha detto l’ingegnere Giovanni Mariotti – sono 236mila euro per la ristrutturazione contro oltre un milione di euro (e ne sono stati chiesti 2 milioni e mezzo). Solo per la demolizione andrebbero via 300mila euro”.
Il progetto proposto dal comitato prevede la “riqualificazione energetica dell’edificio, il risanamento conservativo delle facciate, la riqualificazione del sagrato della chiesa e il rifacimento dei marciapiedi esterni”.
“Da nessuna parte è scritta che la chiesa è pericolante – ha continuato Mariotti – Se così fosse, le campane non potrebbero suonare a causa di un imminente collasso dell’edificio. Inoltre, mi preme sottolineare che non ci furono errori di progettazione, ma la chiesa è stata costruita con i requisiti dell’epoca. Quando inizieranno i lavori, con le impalcature montate, chiederemo un’ordinanza di riapertura”.
IPOTESI AMPLIAMENTO – Il vescovo, inoltre, ha chiesto se ci fosse la possibilità di ampliare la chiesa. Un progetto che va in questa direzione era già stato presentato negli anni Novanta, “Bruno Forte è rimasto piacevolmente sorpreso da questo – ha detto Fabrizio Ciurlia – Se tutto va come deve andare, c’è la possibilità di allargarla di 12 metri verso la piazza“.
Infine, lo stesso Ciurlia ha sottolineato: “Quest’ordinanza apre un profondo interrogativo su tutte le chiese della diocesi“.