Due arresti per la rapina alla gioelleria Arte Orafa di via Giulio Cesare [LEGGI QUI]. La Polizia, nell’ambito dell’operazione Easy Gold, ha arrestato due giovani, Salvatore La Penna, di 20 anni, e Giuseppe Pensa, di 23, entrambi di San Severo.
Secondo quanto ricostruito nell’immediatezza degli eventi, due giovani, uno con occhiali scuri e pistola, l’altro con passamontagna poi tolto all’interno degli stessi locali, sono entrati nella gioielleria, e – non riuscendo ad aprire la cassaforte – hanno infranto le vetrine per portar via i gioielli, per circa 60mila euro e 200 euro in contanti. Durante il blitz, durato appena un minuto, una delle due commesse presenti nella gioielleria ha avuto un malore. Dopo la rapina, i due si sono dati alla fuga su una Fiat Sedici, data poi alle fiamme a San Salvo Marina.
Il personale, però, ha notato il forte accento pugliese e ricordato che i due avevano fatto un sopralluogo, il giorno precedente, fingendo di voler acquistare un gioiello, così gli investigatori, estrapolando le immagini della video sorveglianza, sono giunti ad identificare i due, uno dei quali già noto alle forze di polizia.
A quel punto è scattata la ricerca da parte degli uomini del Commissariato vastese, coordinati dagli ispettori capi Littera e Torzi, con il supporto della Polizia pugliese, che ha portato all’individuazione dei due ricercati e al recupero dei capi di abbigliamento utilizzati durante la rapina, due pistole perfettamente riprodotte e prive di tappo rosso. Ancora irreperibile, però, la refurtiva. Martedì la richiesta della Procura relativa alla custodia cautelare in carcere, mercoledì l’accoglimento da parte del Gip. Da lì, 72 ore di caccia all’uomo, senza quartiere, che ha portato all’arresto dei due giovani, che si trovavano in case diverse dalle loro abitazioni. Erano ospiti di altre persone, su cui gli inquirenti stanno indagando.
I due, attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria nel carcere di Foggia, dovranno rispondere di rapina aggravata e ricettazione aggravata in concorso.
Le indagini proseguono per verificare eventuali complicità da parte di altre persone, a partire da coloro che li hanno ospitati.