Due giorni densi di appuntamenti significativi, martedì e mercoledì a “Memorabilia”: la dott.ssa Giancristofaro, antropologa, e la prof.ssa Spedicato, docente di sociologia all’Università di Chieti, hanno sapientemente declinato la tematica della memoria culturale del territorio da ottiche e prospettive diverse ma complementari e interdipendenti.
La memoria collettiva si nutre anche di luoghi che, come ha ricordato la Spedicato, riescono a favorire il senso identitario e sviluppano sentimenti di appartenenza a una piazza, a un bosco piuttosto che a una strada o a un paese: basti pensare, ad esempio, al significato simbolico che hanno assunto nel passato i trabocchi o le chiese edificate lungo quel tratturo che, quasi come “un erbal fiume silente” per usare l’espressione dannunziana, univa i pascoli montani al mare. Quei luoghi nel presente sono colpevolmente caduti nell’oblio in alcuni casi, mentre in altri hanno acquisito una connotazione diversa, spesso squisitamente consumistica.
La valorizzazione del patrimonio storico e antropologico di un territorio necessita sicuramente di un connubio con la dimensione educativa: il compito dell’istituzione scolastica in particolare non può essere avulso da un processo di riappropriazione dell’universo simbolico degli ambienti vissuti. In quest’ottica si colloca anche l’evento delle Giornate Umanistiche che intende accompagnare le nuove generazioni ad attingere alla cultura del contesto di vita, spalancando però gli occhi su un mondo che sempre più si connota come un “villaggio globale”.
Seguendo questo ideale fil rouge, i momenti della giornata di oggi hanno socchiuso una finestra anche sul fenomeno dell’immigrazione che, pur essendo stato un processo continuo nella storia, ultimamente sta acquisendo i lineamenti di un vero dramma umanitario: nell’auditorium del polo liceale del “Pantini-Pudente” sono stati ospitati dei ragazzi che hanno vissuto in prima persona la crudezza della guerra, dell’abbandono della propria terra e le incognite di un viaggio senza ritorno. Dal clima di attenzione durante le loro testimonianze e dalle domande che gli studenti hanno rivolto loro si può evincere che ogni convivenza si basi sulla capacità di ascoltarsi reciprocamente e di creare ponti che possano unire, nella consapevolezza che, come ci ricordava la Giancristofaro, la cultura è sempre dinamica e si arricchisce anche dai contatti con l’altro da sé.
Un arricchimento che sicuramente i ragazzi hanno vissuto anche nel fuori le quinte dell’intervento della prof.ssa Spedicato, la quale si è soffermata nell’istituto a visitare e a commentare con loro la mostra fotografica “Riscatti, memorie di una rinascita” illustrata dall’autore Armando Di Lorenzo, il quale ha documentato la realtà di un istituto a custodia attenuata per la riabilitazione degli ex tossicodipendenti. Scatti decodificati dall’acuto occhio sociologico della Spedicato, nella consapevolezza che nel microcosmo si riverbera il macrocosmo. Prima di lasciare il plesso, l’attenzione della sociologa si è soffermata anche sui bellissimi manufatti, sulle progettazioni e sulla creatività delle produzioni dei ragazzi del Liceo artistico, in mostra fino al 19 marzo.
Il Polo Liceale “Pantini-Pudente”