Tra i suoi amici c’è chi lo chiama “Forrest Gump”, perchè come il personaggio interpretato da Tom Hanks prende e parte verso mete lontane. Ma Roberto Falliva, che quando non è in viaggio vive a Scerni, preferisce definirsi come una persona con un “alto valore di IMI”, una sigla da lui coniata che sta per “Indice di Mobilità Individuale, cioè la predisposizione che ognuno di noi ha nello spostarsi. C’è chi è costretto a viaggiare tanto per lavoro, qualcun altro magari per seguire un coniuge che si sposta. Così come ci sono persone a cui non piace viaggiare”. Invece lui ha uno spirito viaggiatore che nel corso degli anni gli ha fatto percorrere migliaia di chilometri. All’inizio erano viaggi in auto, girando l’Italia, l’Europa e spingendosi fino in Russia. Qualche anno fa arriva il cambio del mezzo, spinto da una nuova filosofia di viaggio. “In auto, anche percorrendo strade secondarie, non hai modo di osservare quello che hai intorno”. E così, dal 2006, Roberto ha iniziato a fare i suoi viaggi in bici con due obiettivi ambiziosi: arrivare in tutti i paesi abruzzesi e percorrere tutta la costa italiana. Naturalmente non un viaggio unico, ma fatto tratto per tratto, andando a colorare ogni volta la sua cartina in cui i tratti bianchi sono rimasti ormai pochi. “La bicicletta è il mezzo ideale per conoscere il territorio, a metà tra l’auto, con cui non vedi molto, e l’andare a piedi, che richiederebbe troppo tempo. Con questi viaggi ho visto luoghi, scorci caratteristici, che mai avrei pensato di trovare in Italia”.
La scoperta dell’Abruzzo. “Sono dell’idea che, prima di conoscere posti lontani, bisognerebbe conoscere innanzitutto la propria Regione o la propria nazione”. E così, di volta in volta, Falliva ha pedalato verso i 305 comuni abruzzesi. “Se ci sono tratti che ho già percorso in bici evito di rifarli, altrimenti diventerebbe davvero un’impresa impossibile. Piuttosto mi avvicino con il treno e poi faccio i miei chilometri. Purtroppo, però, devo dire che le nostre strade sono davvero terribili. Girando in tutta Italia ho potuto notare come quelle abruzzesi, ma anche del Lazio e Molise, sono le peggiori. Ci sono tratti che franano e poi restano così”. Viaggiando nell’entroterra si prende contatto con lo spopolamento dei piccoli Comuni. “Ci sono posti dove risulta un certo numero di residenti ma poi le persone che ci abitano sono davvero pochissime”.
La costa italiana. Un’avventura partita quasi per caso ma che sta portando Roberto Falliva a realizzare il suo obiettivo: aver percorso in bicicletta tutta la costa italiana. “Ad oggi sono circa a 5000 chilometri, mi mancano solo un tratto della Sardegna e uno della Sicilia”. L’inizio è stato solo con dei brevi tratti che sono diventati sempre più lunghi. “Il viaggio più lungo è stato fino in Croazia, 1600 km. pedalando. Ero partito da Rimini (visto che il tratto precedente era già stato fatto) con l’idea di arrivare a Trieste. Poi ho deciso di proseguire fino in Croazia e mi sono spinto anche fino a Medjugorje. Ogni viaggio ha una sua storia, ci sono tanti fattori da considerare”. Quello che non cambia è il suo spirito. “Partire, uscire di casa, è sempre molto bello. All’inizio mi sembrava strano uscire di casa con la bici per andare lontano. Ecco, forse l’unica cosa noiosa, perchè ormai diventata ripetitiva, è la preparazione del materiale. Ma poi l’idea di rimettersi in sella è bellissima. Al contrario mi sento strano quando torno a casa. Sembra paradossale ma, la notte, se sono a casa mia mi sveglio e non riesco a realizzare dove mi trovo, mentre quando sono fuori non accade”. In ogni viaggio riesce a tenere una media di 150 km. al giorno, “dipende chiaramente dalle strade da affrontare”, con una punta massima di “240 km., da Fiumicino a Follonica. Ma quando vado in giro mi piace fermarmi, se passi il tempo solo a pedalare non riesci a vedere nulla”.
Le piste ciclabili. “Ho percorso una pista ciclabile tra Sanremo e Imperia [GUARDA] e sono rimasto stupito alla sua bellezza. È fatta veramente bene, praticamente un’autostrada per bici con tanto di gallerie, c’è una parte per i pedoni e una per i ciclisti. L’hanno scorso l’hanno utilizzata anche per una tappa del Giro d’Italia. Sappiamo che, in tante parti invece, dei marciapiedi vengono spacciati per piste ciclabili. Ma un ciclista su un marciapiedi frequentato da persone non ci va. In Abruzzo fino ad oggi si è parlato molto ma si è fatto poco. Abbiamo una statale 16 che è davvero pericolosa, i ciclisti dovrebbero spostarsi sulla pista ciclabile ma questa deve essere fatta bene”.
Difficoltà e disagi. Non sempre, però, i percorsi da affrontare sono dei migliori. “Ad esempio quando arrivi a Bari non hai altra scelta che entrare in tangenziale per poter proseguire. Stessa cosa mi è accaduta in Calabria. Sono andato avanti con un po’ di incoscienza e con le forze dell’ordine che hanno chiuso un occhio quando mi hanno fermato mentre andavo in bici su una strada vietata”. Altra nota dolente è data dal comportamento degli incivili. “A bordo delle strade si trova una gran quantità di rifiuti. In diversi punti ci sono anche mucchi di vetri di bottiglie rotte. Non capisco davvero cosa passi per la mente delle persone che buttano per strada le buste dell’immondizia”.
I prossimi viaggi. Quando hai un alto IMI, non riesci a star fermo. “Certo, posso farlo perchè ho organizzato la mia vita per poter viaggiare. Non sono spostato, posso decidere di partire quando voglio. Diciamo che negli ultimi tempi, visto che sono in mobilità, ho avuto anche più tempo. Devo completare la costa italiana, con Sardegna e Sicilia, e poi ci sono percorsi che mi attirano. C’è la Route des grandes Alpes, 700 km. che attraversano 16 passi alpini. Poi percorsi classici, come il Parigi-Londra, o il Cammino di Santiago”. Viaggi da affrontare con una nuova bici, “ci sto prendendo confidenza in questi giorni”, e con lo spirito di viaggiare, osservare e conoscere il mondo che ci circonda.