Nei primi due anni in MotoGp ad Andrea Iannone erano mancate la buona sorte e una moto che lo mettesse in grado di competere con i migliori. Sulla prima c’è da tenere le dita incrociate fino al prossimo novembre, quando terminerà la stagione del motomondiale. La seconda, la moto, sembra essere una certezza che si è concretizzata sotto le sue mani. La Ducati Desmosedici Gp15 che la casa di Borgo Panigale ha consegnato a lui ed Andrea Dovizioso era già andata forte nei test e nelle prove del Gp di Qatar. Ma, nella gara, le cose sono andate come mai si sarebbe potuto immaginare, soprattutto per il pilota vastese che ha conquistato il suo primo podio della carriera nella classe regina.
La cronaca della gara [l’articolo]
Al termine della gara, dopo la festa sul podio, Iannone era il ritratto della felicità. Dopo una buona partenza a metà gara aveva sofferto ritrovandosi staccato dal terzetto di testa. “Ero sicuramente al limite – spiega Iannone -, ho spinto tanto. Già da inizio gara ho visto che perdevo qualcosa in accelerazione rispetto a Lorenzo e Dovizioso, quindi dovevo forzare un po’ di più nell’inserimento in curva. C’era un po’ di preoccupazione per la fine della gara, perchè non sapevo come avrebbe risposto la mia gomma anteriore. Ho sofferto a metà gara poi, quando mancavano 8 giri dalla fine ho capito che guadagnavo qualcosina. Alla fine c’è l’ho fatta a superare Jorge e arrivare un po’ più veloce di lui alla fine“.
C’è tanta gioia, una gioia che potrà condividere con papà Regalino e suo fratello Angelo, presenti come sempre nel box. “Il primo podio in MotoGp è fantastico. Lo sogni da quando inizi a correre in questa categoria e io ci sono riuscito oggi”. La Ducati ha puntato decisamente su di lui e la prima risposta è assolutamente positiva. “È un lavoro che abbiamo costruito con i ragazzi della Ducati che mi hanno supportato dal primo anno, sono stati fantastici. Sono cresciuto anche grazie a loro, devo tanto alla Ducati”. La dedica è “a Gigi Dall’Igna, a Claudio Domenicali e a tutte le persone della Ducati. Senza di loro non sarei qui”.