La smart community per il vastese, questo il tema dell’evento organizzato ieri pomeriggio a Palazzo d’Avalos dall’associazione Vastoviva. A rappresentare l’esperienza romagnola di un’unione dei comuni che comprende Forlì e altri 14 comuni più piccoli, il primo cittadino proprio di Forlì, Davide Drei, che ha raccontato il percorso che ha portato dal primo protocollo d’intesa del luglio 2013 alla costituzione dell’unione dei comuni nel febbraio 2014, con l’insediamento del primo Consiglio dell’unione. Insieme a lui, Angelo Bucciarelli, dell’associazione Vastoviva, la parlamentare vastese del Pd, l’onorevole Maria Amato, Angelo Radica, sindaco di Tollo ed esperto di sviluppo locale, e il sindaco di Vasto, nonché presidente regionale dell’Anci, Luciano Lapenna.
Dopo l’introduzione di Angelo Bucciarelli, che ha sottolineato l’importanza, per i comuni, di fare sistema e mettere insieme servizi e patrimonio culturale e la necessità di fare blocco a livello politico, per incidere e contare di più rispetto alle scelte che vengono fatte a livello regionale e nazionale, il sindaco di Forlì ha illustrato la propria esperienza che ha condotto alla formazione di una cabina di regia per lo sviluppo del territorio formata da tre enti che interagiscono sinergicamente tra di loro: i comuni, l’unione e la Provincia, attraverso un nuovo modello organizzativo dei servizi, secondo le direttive della legge regionale di riferimento: “La sfida più grande – ha sottolineato Drei – è stata quella di unificare il servizio di polizia municipale; è stata una vera e propria palestra per verificare che le volontà messe in campo fossero seguite da altrettanta capacità organizzativa. Secondo quando prevede la legge regionale, gli altri servizi da mettere a regime all’interno dell’unione dei comuni sono quelli informatici, la pianificazione urbanistica, la protezione civile, la gestione dei tributi e lo sportello delle attività produttive.
Impietoso il confronto con la realtà regionale e del Vastese: “In Abruzzo il modello di unione dei comuni ha fallito” ha rimarcato, infatti, il sindaco di Tollo, Angelo Radica, per cui va rivista la legge nazionale, anche se non si capisce bene perché in Romagna la stessa legge funziona e in Abruzzo no. Tra i motivi, ma non certamente l’unico, la mancanza di una legge regionale di riferimento.
Radica ha poi illustrato alcuni punti qualificanti per le “comunità intelligenti”: parcheggi intelligenti, biogas alimentato da scarti dell’agricoltura, strategia rifiuti zero e urbanistica sostenibile.
L’onorevole Amato ha poi presentato l’intervento di don Alberto Conti, che ha illustrato i contenuti del Quaderno della Caritas, una pubblicazione che analizza il progressivo impoverimento e spopolamento delle zone interne: “Se non ci saranno fatti nuovi – ha sottolineato don Alberto Conti – nel giro di una generazione molti centri dell’entroterra non avranno più abitanti“. Per arrestare questo declino, don Alberto Conti ha ricordato alcuni settori a cui dare risposte immediate; tra questi, la sanità, la viabilità, internet e la banda larga, lavoro, sicurezza, ambiente e la valorizzazione dei prodotti tipici.
A seguire, l’intervento di Giuseppe Masciulli, sindaco di Palmoli, che ha sottolineato che nel territorio vastese l’idea di unione dei comuni, a causa delle risorse limitate, si sia fermata a mettere insieme alcuni servizi per risparmiare risorse: “Qui le smart city c’entrano ben poco, – ha sottolineato Masciulli – abbiamo infrastrutture peggiori di quelle di 20 o 30 anni fa e ci sono comuni che non possono più permettersi determinati servizi, così a rotazione si passano un vigile o il servizio anagrafe. In queste condizioni è assurdo parlare di smart city o comunità intelligenti. Si può uscire da questa situazione se Vasto si mette gioco e dà servizi e competenze al territorio.
Parola, poi, a Renato De Ficis, general manager di Studioware, di rientro dal convegno di San Salvo sul turismo compartecipato, che ha riportato alcuni passaggi significativi emersi dal convegno, che si inseriscono nell’ottica della rete istituzionale: “Abbiamo parlato di turismo ed è emersa la necessità di iniziare a fare qualcosa di concreto. È ormai evidente la necessità e la volontà di promuovere e valorizzare le inestimabili ricchezze del nostro territorio. Questo si può fare – nel turismo come in altri settori – attraverso un modello per far agire sinergicamente enti locali, associazioni, imprenditori e cittadini”.
Una breve riflessione è arrivata anche da Ivo Menna, ambientalista storico di Vasto, il quale ha denunciato come nel tempo i comuni della costa abbiano “beneficiato di tutto, spolpando i territori interni e non è facile invertire il processo di spopolamento”. Quanto alla condizione dei comuni, per Menna “da 25 anni a questo parte questo modello economico neoliberista sta portando allo strangolamento dei comuni, costretti a vendere il proprio patrimonio”.
A seguire, il dottor Ercole D’Ugo, responsabile di Diabetologia della Asl ha lamentato la mancanza di risposte alla domanda di salute del territorio, se non in modo frammentario, soprattutto nelle zone interne: “Se chiediamo a ognuno dei presenti una soluzione, vedremo che siamo tutti d’accordo sul come e cosa fare, eppure non si realizza mai niente. Questa è una cosa che sinceramente non riesco a comprendere”. Sulla stessa lunghezza d’onda, l’intervento dell’onorevole Amato, che ha auspicato una idea smart anche per la sanità, sottolineando come la tecnologia e internet potrebbero servire a dare risposte almeno nell’ambito di determinate patologie, come il diabete.
A concludere l’incontro, il sindaco di Vasto e presidente regionale Anci, Luciano Lapenna, che ha confermato tutte le difficoltà dell’Abruzzo rispetto alla realizzazione di una unione dei comuni sul modello romagnolo, a partire dalla mancanza di un riferimento normativo regionale: “Chiodi non ci è riuscito e anche D’Alfonso sta trovando difficoltà a concludere la normativa di riferimento”. Per Lapenna, però, la strada da seguire è proprio quella: “Troveremo un modo perché si arrivi a un percorso del genere”. Per quanto riguarda il ruolo di Vasto nel territorio, Lapenna ha confermato la volontà di mettere la città a servizio del territorio, “ma deve esserci una volontà di dialogo che finora si è vista poco”.