In tempi in cui il calcio italiano non è all’apice della sua popolarità tra risse (dentro e fuori gli stadi), veleni domenicali e addirittura un presidente federale squalificato per frasi razziste, quanto accaduto ieri a Palmoli è una bella cartolina da mandare al mondo del pallone e a tutto lo sport nazionale. Allo stadio comunale Cieri del piccolo paese del Vastese è da poco iniziata la sfida tra Audax ed Apulia Trani, campionato di serie B femminile, quando al già numeroso pubblico presente sugli spalti si aggiunge un numeroso gruppo di persone, invitato dalla società gialloblu.
Sono gli immigrati da qualche settimana ospitati in paese su disposizione della prefettura di Chieti. Provengono dal Mali, dal Bangladesh, dall’Eritrea, scappati dalla loro terra in cerca di un futuro migliore. Molti cercadno di andare nel nord Europa, ma nel frattempo si ritrovano in piccole comunità locali, come quella di Palmoli, o di Lentella.
Lo sport, quello vero, lontano dai milioni di euro dei campioni, dalle tv, dal tifo violento, ha rivelato ieri la sua forza sociale, il suo potere di aggregazione. I tifosi speciali si sono seduti sulla tribuna laterale e… hanno iniziato a fare il tifo. Non parlano italiano, neanche l’inglese, ma c’è voluto poco per imparare il semplicissimo coro “Palmoli, Palmoli, Palmoli!“. Sorrisi, applausi e un’ora e mezza di divertimento, prima di tornare alle preoccupazioni della quotidianità, al cercare di raggiungere i luoghi dove tentare di avere un futuro.
L’arrivo dei profughi nel Vastese è stato troppo spesso accompagnato da polemiche, da messaggi di rifiuto, da poca accoglienza. Ma la comunità di Palmoli ha dato una bella risposta e questi giovanotti ringraziano con i loro sorrisi e con la loro gioia nel tifare per le beniamine del paese. Il loro entusiasmo ha contagiato anche le due squadre in campo che, dopo aver giocato una sfida a tratti molto agonistica, al fischio finale si sono prese per mano e sono corse sotto la tribuna. La seconda cartolina che Palmoli invia al mondo dello sport.