La proposta di referendum sulla questione ambientale approderà in Consiglio comunale “nella prima seduta del nuovo anno”, promette Massimo Desiati (Progetto per Vasto). In aula la porteranno con un apposito ordine del giorno 6 consiglieri di opposizione. Sarà un documento in cui verrà chiesto al sindaco, Luciano Lapenna, e all’amministrazione di centrosinistra di scrivere al più presto il regolamento attuativo senza il quale non si può indire nessun referendum locale.
Il comitato referendario si è presentato stamani in piazza Barbacani. L’obiettivo è far decidere ai cittadini se il futuro di Punta Penna deve essere industriale o naturalistico. “Chiediamo che si esprima la città e che, di conseguenza, venga resa possibile l’epressione della volontà popolare”, dice Michele Celenza, presidente dell’associazione civica Porta Nuova, nella conferenza stampa cui partecipano l’ex sindaco Nicola Notaro, l’ambientalista Clelia Bruno, Pietro Sputore e Domenico La Palombara del Movimento 5 Stelle, Andrea Ciarallo di Casa Pound.
“Penso che, se la città dovesse esprimersi con un voto popolare, al 90% condividerebbe la nostra posizione di tutela dell’ambiente”, prevede Celenza. “Il comitato è aperto a nuove adesioni. Voglio ricordare le 7mila firme raccolte” contro le nuove industrie vicino alla riserva di Punta Aderci. “A queste 7mila firme vogliamo dar voce attraverso lo strumento referendario. Ho invitato tutti i partiti a partecipare a questa iniziativa”, racconta Celenza. Sei i consiglieri comunali che hanno risposto all’appello e presenteranno l’ordine del giorno: Andrea Bischia, Massimo Desiati (Progetto per Vasto), Guido Giangiacomo, Etelwardo Sigismondi, Francesco Paolo D’Adamo (Pdl), Massimiliano Montemurro (Udc). Chiederanno all’amministrazione Lapenna di redigere il regolamento e nominare il comitato dei garanti, “che sovrintenda all’indizione del referendum”, spiega Desiati. Sulla questione ambientale, “si è creata una netta distanza tra l’amministrazione e la cittadinanza. Una distanza colmabile solo col referendum”. Duro il commento di Notaro: “L’amministrazione riferisca sul ruolo della città. Quando ero sindaco, puntai sul turismo. La città aveva solo 700 posti letto. Al termine del mio mandato ne erano 5mila 200. Ora mi dicono che sono calati a 4mila 800”.
Il documento del comitato – 1. Sul futuro, e sul presente, della zona di Punta Penna la città si interroga da tempo. La compresenza, in un’area molto ristretta, della Riserva Naturale Regionale e dell’Area di Sviluppo Industriale; e la relativa vicinanza di entrambe al sito della città hanno dato origine, per decenni, ad ogni sorta di controversie. Controversie che, com’è noto, nel corso dell’ultimo anno hanno trovato ulteriore incremento.
In effetti, la perdurante ambiguità della destinazione urbanistica della zona ha di fatto impedito sino ad ora la sua piena valorizzazione, nell’una o nell’altra direzione.
2. Non è opportuno, né auspicabile, né probabilmente è più possibile che questa situazione possa protrarsi ormai per molto. Al di là dell’ipotesi al momento non realistica, di una delocalizzazione degli impianti più impattanti, pare ovvio che la sola strada per una risoluzione chiara e durevole della questione sia quella della modifica dei diversi strumenti di pianificazione urbanistica attualmente vigenti, anche soltanto nel senso della loro armonizzazione. Una modifica che le Istituzioni competenti, ad oggi, non sono state in grado di realizzare.
Di certo, appare chiaro che la questione non riguarda precipuamente né le associazioni ambientaliste, né quelle degli industriali; e prescinde largamente dagli schieramenti politici. Riguarda l’intera città, e va dunque affrontata a tutti gli effetti come una questione cittadina.
3. Per questo noi sottoscrittori del presente documento, al di là di ogni eventuale diversità di opinione sulla futura destinazione urbanistica della zona, riteniamo che, anzitutto, della questione vada investita l’intera città. Riteniamo che l’Amministrazione comunale debba farsi promotrice di un’opera di informazione imparziale verso la generalità dei cittadini; e che debba favorire in ogni modo le analoghe iniziative che dovessero essere intraprese dai diversi portatori di interesse.
4. È stata di recente avanzata l’idea di un referendum propositivo cittadino, ai sensi dell’art. 26 dello Statuto comunale, volto ad inserire nella normativa del Pan il divieto all’installazione di impianti ad alto impatto ambientale nella zona di protezione della Riserva.
Riteniamo che questa possa essere per la città l’occasione giusta per esprimersi. E di conseguenza che sia opportuno e doveroso che il Comune di Vasto, per consentire l’effettivo uso dello strumento referendario, provveda a dotarsi del necessario Regolamento attuativo, così come previsto dal suoStatuto.
Facciamo appello ai partiti, alle associazioni, ai singoli cittadini perché condividano con noi questa richiesta e si adoperino fattivamente in questa direzione.
Associazione civica Porta Nuova
Andrea Bischia (Consigliere comunale – PpV)
Casa Pound – Vasto
Etelwardo Sigismondi (Consigliere comunale – PdL)
Francescopaolo D’Adamo (Consigliere comunale – VF)
Guido Giangiacomo (Consigliere comunale – PdL)
Italia Nostra – Abruzzo
Massimiliano Montemurro (Consigliere comunale – UdC)
Massimo Desiati (Consigliere comunale – PpV)
Movimento 5 Stelle – Vasto
Movimento Ecologisti e Reti Civiche
Nicola Notaro (già sindaco di Vasto)
Foto – No alle nuove industrie a Punta Penna, nasce il comitato referendario
Si è costituito a Vasto il comitato promotore del referendum sulla questione ambientale.