Il 13 marzo 2013 alle 19.06 la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina annunciava al mondo l’elezione del nuovo Papa. Qualche minuto più tardi Jorge Mario Bergoglio, che aveva scelto il nome di Francesco, salutava una piazza San Pietro stracolma di fedeli in festa. “Buonasera”, è stato il suo primo saluto a quel mondo cattolico che sin dal primo giorno ha rivoluzionato con il suo comportamento così semplice e allo stesso tempo rivoluzionario. Quella sera in tutte le chiese di tutto il mondo, e anche in quelle della città di Vasto, le campane sono suonate a festa (guarda il video), mentre Papa Francesco lasciava gli abiti cardinalizi per vestire quelli candidi da Pontefice.
In questo giorno ripercorriamo alcuni significativi episodi in cui il territorio del Vastese è stato segnato dal carisma del Papa argentino. Il giorno successivo alla sua elezione avevamo ascoltato le parole di don Giovanni Pellicciotti, parroco emerito della concattedrale di San Giuseppe (leggi), che rilette oggi sembra proprio abbiano trovato compimento.
Anche l’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, aveva scritto un messaggio all’indomani dell’elezione (leggi). Nel giorno in cui si celebra il primo anno del pontificato di Bergoglio abbiamo chiesto a monsignor Forte una riflessione sul cammino compiuto dalla Chiesa insieme alla sua guida.
Papa Francesco si è dimostrato sin da subito vicino alla gente, trasmettendo forti emozioni a chi ha modo di assistere da vicino alle sue udienze o alle celebrazioni da lui presiedute. È stato così per Valeria e Giuditta, due giovani vastesi fuorisede, che erano a San Pietro la sera del 13 marzo (leggi). Ed è stato così anche per tutta la diocesi di Chieti-Vasto, in pellegrinaggio a Roma lo scorso maggio (leggi). Dopo la nomina di padre Bruno Forte a segretario speciale del Sinodo dei Vescovi per la famiglia è arrivata anche quella di Loris Capovilla, fortemente legato a Vasto, a cardinale. L’ultimo “intreccio” del papa con il Vastese è stato l’abbraccio di Papa Francesco al piccolo Emanuele (leggi), bimbo non vedente che aveva scritto una lettera in Braille al Pontefice chiedendo di poterlo incontrare.
Intervista di Giuseppe Ritucci – Riprese e montaggio di Eduardo D’Addario