I carabinieri della Compagnia di Atessa hanno arrestato due persone, un 39enne bulgaro, D.T., e un imprenditore agricolo di Mozzagrogna, G.P.L., 61 anni, per caporalato. Le misure restrittive sono scattate al termine di una articolata attività di indagine da parte dei militari agli ordini del capitano Alfonso Venturi coordinata dalla Procura di Lanciano.
“L’operazione è scattata su una vasta area coltivata nei comuni di Fossacesia e Mozzagrogna nelle prime ore di venerdì 30 ottobre e ha visto l’impiego di oltre venti carabinieri, tra cui personale del Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro di Chieti, del 5° Nucleo elicotteri carabinieri di Pescara e con l’ausilio dell’Ispettorato del Lavoro di Chieti”.
Il 39enne bulgaro, attualmente detenuto presso il carcere di Vasto e l’imprenditore agricolo di Mozzagrogna agli arresti domiciliari, sono “ritenuti responsabili in concorso tra loro, a vario titolo – in qualità di caporale e di datore di lavoro, del reato previsto dall’art. 603 bis del c.p ovvero di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ma anche di numerosi reati in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro“.
Le indagini erano partite nel settembre 2021 e, attraverso servizi di “osservazione e pedinamento, hanno consentito di mettere in luce una situazione di sfruttamento lavorativo nei confronti di almeno undici cittadini di nazionalità bulgara tra cui diverse donne, con condotte delittuose poste in essere dai destinatari delle misure, consistenti nel reclutamento, nell’utilizzo e nell’impiego dei lavoratori stranieri tutti sprovvisti di un regolare contratto di lavoro, allo scopo di destinarli al lavoro agricolo in condizioni di sfruttamento e ai quali era versata una retribuzione palesemente difforme dai contratti collettivi regionali e nazionali”.
Il 39enne bulgaro, “approfittando dello stato di bisogno e della situazione di vulnerabilità delle vittime”, si occupava di reclutare i lavoratori suoi connazionali da impiegare nel lavoro sui campi. Le persone trovate dai militari a lavorare nei terreni di proprietà dell’imprenditore agricolo di Mozzagrogna provenivano in gran parte da un piccolo paese nel nord della Bulgaria al confine con la Romania. “Gli stranieri giungevano in Italia via mare dalla Grecia fino alle frontiere marittime di Brindisi o Bari per poi proseguire in autobus fino a San Severo dove venivano prelevati dal loro connazionale che li trasportava fino a Fossacesia. Qui, in un locale di proprietà dell’imprenditore agricolo, fatiscente e con gravi carenze igienico – sanitarie, erano fatte alloggiare fino a undici persone che come successivamente accertato erano tutte sprovviste di vaccinazione contro il Covid-19″.
A seguito dell’attività investigativa si è rivelata “fondamentale la tempestività dell’Autorità giudiziaria di Lanciano nell’emettere la misura restrittiva, condizione che ha permesso al personale del Nucleo Operativo della Compagnia carabinieri di Atessa che monitorava giornalmente i movimenti del 39enne bulgaro, di arrestarlo all’altezza di San Severo prima che lo stesso già in possesso di un biglietto per la Grecia si imbarcasse dal porto di Brindisi”.