È il tema del cambiamento il “fil rouge” della notte del centrodestra. Lo dice il candidato sindaco Guido Giangiacomo, lo ribadiscono gli esponenti delle liste della coalizione nei loro interventi sul palco. Un comizio in cui il candidato del centrodestra non indossa di certo i guanti di velluto nell’esaminare gli ultimi cinque anni di governo di centrosinistra.
“Questo è un momento che il popolo di centrodestra aspetta da 15 anni e saremo all’altezza delle aspettative. Ho scelto come motivo della mia campagna elettorale ‘Cambiare per ripartire’, oggi inizia con noi una nuova pagina della storia di Vasto”. Inizia così l’intervento di Guido Giangiacomo, che sale sul palco di piazza Rossetti dopo gli interventi dei candidati delle sue liste, presentati da Sabrina Bocchino: Donatella Monaco (Forza Italia), Elvira Quarsiti e Sabrina Bocchino (Lega), con un fuoriprogramma offerto da Francescopaolo D’Adamo, Katia Basilico (Fratelli d’Italia), Incoronata Ronzitti (Vasto al Futuro) e Anna Maria Convertini (Movimento Vasto). Palco “scaldato” anche dagli interventi di Francesco Prospero e Vincenzo Suriani, consiglieri comunali uscenti di Fratelli d’Italia, con un intervento dal titolo “Il tradimento delle promesse elettorali”. Prospero ricorda le “tre lettere sempre citate dal sindaco Menna, P, R e C: passione, rinnovamento e competenza”, trasformate, secondo il consigliere in “P di poltrone ben distribuite, R di restaurazione, le stesse facce nelle stesse posizioni, e C di catastrofe amministrativa che si è abbattuta sulla città, tornata indietro di decenni”. Non indora la pillola Vincenzo Suriani: “Se cercate la piazza dei favori, la piazza delle clientele, non la dovete cercare qui, è altrove. Abbiamo detto basta al declino, basta all’insicurezza, basta la gente costretta ad emigrare e soprattutto basta ai giovani vastesi che se ne devono andare via per realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni. Vasto torni ad essere Vasto“.
“Quello che non è stato fatto, quello che è stato fatto male, e quello che faremo”, sono questi i tre macrotemi della serata sul palco di piazza Rossetti, di fronte alla cittadinanza e ad un “parterre d’eccezione” che vede la presenza del senatore di Forza Italia, Nazario Pagano, del segretario regionale di Fratelli d’Italia, Etelwardo Sigismondi, del sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca e del presidente del consiglio comunale, Eugenio Spadano, dell’ex assessore regionale Massimo Desiati e del coordinatore regionale della Lega, Luigi D’Eramo. “Di là c’è un candidato sindaco con 7 persone che devono fare gli assessori e tutti gli altri portatori d’acqua, qui non funziona così: nel centrodestra non ci sono portatori d’acqua, non ci sono assessori designati, non c’è un candidato sindaco c’è una squadra che è qui solamente per dire ‘Vasto vuole cambiare’. L’incapacità di fare squadra – sottolinea Giangiacomo – è stata quella che si riverberata sull’incapacità di gestire l’amministrazione. Il sindaco uscente non ha saputo mantenere la posizione di centralità che Vasto gli aveva affidato, non è riuscito a fare squadra con Cupello, Monteodorisio, San Salvo e Casalbordino, ed è per questo che oggi noi non riusciamo ancora ad avere un tracciato di variante della Statale 16″. Oltre la Statale 16, Giangiacomo riflette anche sulla mancata sosta dei treni veloci che “non si fermano perché i marciapiedi non sono idonei. Senza una squadra questo territorio resta un territorio isolato, ora probabilmente grazie all’intervento del Comune di San Salvo i treni veloci potranno fermarsi, non solo quelli estivi, perché entro il 2022 tutto l’edificio e il piazzale verranno riqualificati e avremo una stazione di serie A”.
“Francesco Menna è sicuramente un bravo ragazzo – afferma – ma un sindaco non deve essere solo un bravo ragazzo deve essere anche un bravo ragazzo, ma deve essere soprattutto una persona capace non di intercettare i finanziamenti, ma di andare a cercarli, a richiederli, di andare a fare i progetti e di farli bene”. Rincara la dose poi, con il bando regionale 2020 sull’impiantistica sportiva che, afferma “non è stato perso, ma semplicemente il Comune non ha partecipato, evidentemente per Francesco Menna Vasto non ha bisogno di impianti sportivi”. Non manca la polemica sul “semaforo trappola” di Vasto Marina: “semafori di questo genere esistono in molte città ma accanto a questi impianti vengono installati dei display che permettono di monitorare il tempo che manca al rosso”; e ritorna anche su Aqualand accusando il sindaco di “non essere stato in grado a fare un bando che consentisse a chi voleva investire di farlo. Dobbiamo ripartire – aggiunge – non si può gestire una città come se fosse di proprietà del sindaco, non si può rimanere senz’acqua a Ferragosto e poi dire che c’è la bandiera blu, la bandiera gialla, la bandiera verde, l’unica bandiera che Vasto ha preso è quella rossa di città non turistica”. E non manca la stoccata sul debito: “ci lascia con 44 milioni e 800mila di debito, che in realtà ne sono quasi 48”.
“Proponiamo un cambio radicale di passo, abbiamo diviso il programma in tre punti fondamentali, per quanto riguarda i programmi a breve termine, ripristineremo la corretta denominazione del Belvedere Romani, realizzeremo subito un parcheggio per l’ospedale perchè l’ospedale deve essere funzionante ma prima di tutto deve essere anche fruibile, istituiremo un assessorato al decoro urbano ed uno a imprese e attività produttive che partite IVA e autonomi ci hanno chiesto perché il covid ha distrutto il tessuto produttivo di questa città. Istituiremo un delegato di quartiere e faremo un piano di manutenzione programmata. Nei prossimi 5 anni invece riqualificheremo la stazione di piazza Fiume, realizzeremo un’area camper, e ultimeremo la realizzazione di una pista ciclabile. Chi si candida a sindaco di Vasto non deve far dividere la città, io non critico Francesco Menna perché è un mio avversario, io critico il sindaco uscente di Vasto perché non ha fatto il suo dovere. Siamo cittadini di una stessa città, una città di cui bisogna sentirsi orgogliosi“.