Da ieri pomeriggio la nuova Sala d’arte di Palazzo d’Avalos è intitolata a Roberto Bontempo. Il nome dell’avvocato, come lo chiamavano i vastesi, ora è impresso per sempre sulla targa posta sulla facciata di Palazzo d’Avalos.
“A Roberto Bontempo abbiamo voluto dedicare la nuova sala espositiva realizzata perché nella nostra città sono tanti gli artisti a chiederci spazi espositivi”, spiega il vicesindaco di Vasto, Giuseppe Forte. “Tutti i lavori sono stati eseguiti con il contributo della Comunità Papa Giovanni XXIII”.
Dopo il taglio del nastro, l’incontro pubblico sulla balconata dei Giardini d’Avalos per ricordare chi è stato il patron del Premio Vasto e l’impegno che ha messo per promuovere la cultura nella sua città. Parafrasando il titolo di un film del 2015, il sindaco, Francesco Menna, definisce Bontempo “l’uomo che vide l’infinito”.
Forte ne ricorda la generosità: “Era membro del consiglio nazionale dell’Enit, ente nazionale italiano per il turismo, ma non viaggiava a spese della pubblica amministrazione, lo faceva a spese proprie e non ha preso neanche un centesimo per le cariche che ha ricoperto. Se abbiamo il Monumento alla Bagnante, è proprio grazie a un’intuizione di Roberto Bontempo che ebbe l’idea insieme allo scultore Aldo D’Adamo”.
E quando il Premio Vasto, la rassegna d’arte che quest’anno celebrerà l’edizione numero 54, non aveva finanziamenti, “Roberto Bontempo ha anticipato i soldi di tasca propria”, sottolinea Forte, che ricorda anche altre creature dell’avvocato. Non solo il Premio Vasto, di cui oggi il figlio, Alfredo Bontempo, ha raccolto il testimone, ma anche il Festival delle Sirene e il Premio Ippocampo, che ospitò i migliori umoristi italiani. A questi si aggiunge l’ormai tradizionale Sagra delle campanelle di San Rocco, che si svolge ogni anno il 16 agosto.
La critica d’arte Daniela Madonna cita le parole di Franco Battiato: “Siamo dei passeggeri, quello che rimane è ciò che fa parlare di noi dopo la morte. L’avvocato ha lasciato tutte le sue iniziative. Teneva tantissimo ai giovani, perché voleva tramandare alle nuove generazioni la mentalità di rendere bella Vasto”.