Da tre anni Roma è la loro seconda casa, dove stanno costruendo un passo alla volta un percorso importante. Ma Vasto è la loro città, quella della famiglia e dei legami, ed è qui che ritornano per il meritato riposo dopo una stagione intensa e prima di affrontare gli esami di maturità. Gaia e Giorgia Cupaioli, sorelle gemelle vastesi classe 2002, hanno chiuso al nono posto nel doppio gli ultimi Campionati Italiani di nuoto sincronizzato. Le incontriamo insieme a Giusy Tornesi, loro allenatrice negli anni vastesi, e, sentendole parlare, si capisce come la loro sintonia – e non potrebbe essere altrimenti – sia perfetta, in acqua e fuori. Nella lunga chiacchierata emerge il loro carattere, con la timidezza che fa da contraltare alla grinta con cui affrontano le durissime prove in acqua. “Quella in vasca deve esserci per forza, altrimenti i risultati non arrivano”, dicono con convinzione.
“Siamo contente del risultato ottenuto. Abbiamo migliorato di una posizione il decimo posto di accesso in finale. È andata bene anche con la squadra”. La squadra è il CPF di Roma, dove le sorelle Cupaioli sono guidate da Rita Pannunzi, Camilla Giannetti e dal preparatore Aldo Pantaleoni. Il trasferimento nella Capitale per loro è arrivato dopo una lunga opera di convincimento. Entrate in acqua sin da piccolissime, a 8 anni hanno scelto il sincronizzato, iniziando a raccogliere risultati sempre più importanti.
Nel loro percorso hanno incontrato allenatrici, con cui sono in contatto ancora oggi, come Maria Spina Reale e Giusy Tornesi che le hanno sostenute quando è arrivata l’occasione di cambiare squadra e città. “In più momenti avevamo fatto degli stage con l’allenatrice Susanna De Angelis – raccontano le due ragazze – che ci ha proposto di trasferirci a Roma quando facevamo il primo superiore”. In quell’occasione la risposta fu negativa ma, un paio d’anni più tardi, Gaia e Giorgia sono tornate sui loro passi e hanno fatto il grande salto.
Da quel momento è cambiato molto nella loro vita. “Viviamo in un’accademia, con altre sei ragazze. La mattina andiamo a scuola, poi, ogni giorno ci alleniamo dalle 14.30 alle 18.30/19 circa“. Una routine che, a inizio stagione parte con chilometri da macinare in acqua per poi, via via, passare al montaggio delle coreografie. La vita da atlete è scandita poi dalle gare, prima quattro regionali da novembre a marzo, poi gli Assoluti invernali, di nuovo prove regionali e poi gli Assoluti estivi. “Allenarci così tanto non ci pesa, è la nostra passione. Anche tutti i sacrifici che dobbiamo afffrontare fanno ormai parte del nostro modo di essere”.
E così, ormai da tre anni, vivono lontane da casa. “All’inizio è un po’ difficile, ma più per la scuola che per la mancanza della famiglia. Non sempre trovi chi ti aiuta a conciliare la scuola con lo sport agonistico, fortunatamente ci è andata quasi sempre bene. E poi stare in casa con altre ragazze è stato sicuramente d’aiuto. Noi ci siamo abituate presto, giusto un paio di mesi ed eravamo pronte”. Forse i più preoccupati “erano i nostri genitori, nel saperci così lontane da casa. Però si fidano di noi, sanno che non facciamo cavolate, possono stare tranquilli”. E ora arriverà un altro passaggio nella vita, quello della maturità, che le proietterà in una nuova dimensione. Per entrambe ci sarà la prosecuzione negli studi con un percorso universitario.
Nel ripercorrere gli ormai oltre dieci anni di gare in giro per le piscine d’Italia e d’Europa, le gemelle vastesi fissano alcuni momenti da incorniciare. “La soddisfazione più grande, più delle affermazioni individuali, è stato il primo Assoluto disputato con la squadra. Siamo entrate in finale, per la prima volta, pur essendo solo in sei (invece che in otto) ricevendo una penalità”. Guardandosi indietro c’è la consapevolezza dell’importanza delle scelte fatte. “È stato importante il passaggio a Roma – spiega la loro ex allenatrice Tornesi – perché possono far crescere il loro talento e valorizzarlo anche in una dimensione di squadra competitiva”. C’è anche lo sguardao ad un futuro non troppo lontano. “A settembre inizieremo l’università, cambieranno tante cose ma probabilmente sarà più semplice gestire il tempo”.
Tra le caratteristiche delle sincronette c’è il sorriso sempre presente durante le gare, anche nei momenti più duri e con uno sforzo non indifferente. “All’inizio facevamo fatica, non è una cosa proprio naturale. Poi, con il passare del tempo, abbiamo scoperto che sorridere mentre stai morendo dalla fatica aiuta. E così già l’allenamento lo si fa sorridendo”.
A due ragazze così concrete e convinte del loro percorso non si può non chiedere quale sia il sogno. Ed è qui che rivelano una grande concretezza che le porta a crescere costantemente. “Il mio sogno è quello di poter entrare in finale con tutti gli esercizi: solo, doppio, squadra e combinato – dice Gaia -. E poi, naturalmente, crescere sempre di più”. Le fa eco sua sorella Giorgia, guardando ad un futuro ormai molto vicino: “Il prossimo anno voglio dedicarmi ancora di più alla piscina“.
E l’azzurro? “Noi cerchiamo di fare il massimo, un passo alla volta. Vogliamo portare risultati ed essere contente per questo. La Nazionale non è un’ossessione, se arriverà sarà frutto del lavoro quotidiano e dei conseguenti risultati“. Piedi ben saldi a terra e leggerezza in acqua sono l’essenza di Gaia e Giorgia che, c’è da starne certi, continueranno a dedicare ogni loro energia al nuoto sincronizzato per scrivere ancora belle pagine di sport.