VASTO – «Sono sempre stato romanticamente monarchico. Non è un caso che il Toson d’Oro richiami i fasti delle corti e dell’Impero». Così Francescopaolo D’Adamo, architetto ed assessore alla Cultura, spiega il motivo che lo ha spinto a scrivere una lettera di benvenuto al Re Carlo d’Inghilterra durante la sua recente visita in Italia.
Un gesto che parte da un legame profondo, culturale e storico, che unisce Vasto alla Gran Bretagna grazie a Gabriele Rossetti e sua moglie Francesca Polidori. «I loro figli – Dante Gabriel Rossetti, Christina e William Michael – hanno lasciato un’impronta indelebile nella cultura inglese, tra poesia, pittura e editoria», racconta D’Adamo.
Per confezionare la lettera, l’architetto si è avvalso della collaborazione del fratello Bruno, che ha curato la veste tipografica, e della professoressa Annamaria Fidelibus, che ha perfezionato la forma linguistica: ««Non si può certo scrivere al re come a un amico. È stata una lettera formale, rispettosa». La risposta non si è fatta attendere: una lettera ufficiale, riservata e personale, in cui il sovrano ringraziava per il gentile pensiero e per il caloroso benvenuto ricevuto in Italia.
Il legame con la cultura britannica ha portato D’Adamo anche a ricordare la mostra sui Preraffaelliti organizzata nel 2008 a Vasto, una sfida non facile: «Abbiamo incontrato molti ostacoli, ma siamo andati avanti con determinazione. Abbiamo utilizzato dei cingoli forse lasciati dagli inglesi durante la Seconda guerra mondiale, quando Montgomery aveva il suo comando a Vasto».
Ma l’appello più forte di D’Adamo riguarda il futuro della città. «Vasto ha un patrimonio culturale e storico straordinario, dai palazzi ai personaggi come i Rossetti o il dottor Francesco Romani, uno dei primi omeopati al mondo. Eppure manca uno spirito d’iniziativa che sappia valorizzare tutto questo».