SAN SALVO – Una truffa milionaria ai danni dello Stato, fondata su crediti fiscali creati ad arte e lavori mai eseguiti. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Chieti, che ha eseguito un decreto di sequestro preventivo per oltre 10 milioni di euro nei confronti di otto persone e due società, tutte coinvolte in un sofisticato meccanismo illecito legato al Superbonus 110%.
L’indagine, partita da un esposto presentato da un condomino di un complesso residenziale di San Salvo, ha preso forma grazie agli accertamenti della Compagnia di Vasto, coordinata dal tenente Carlo Donnini e sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Vasto. Le Fiamme Gialle hanno ricostruito una frode su larga scala nel settore dell’edilizia, finalizzata alla creazione e monetizzazione indebita di crediti d’imposta, introdotti dal cosiddetto Decreto Rilancio per favorire interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica.
Il complesso interessato — tre edifici per un totale di circa 160 unità abitative — era formalmente oggetto di interventi legati al Bonus 110%. In realtà, secondo quanto emerso dalle indagini, in molti casi i lavori erano stati solo avviati ma mai conclusi, e in altri del tutto inesistenti. Gli inquirenti parlano di un sistema organizzato nei dettagli, in cui ciascun soggetto indagato svolgeva un ruolo preciso: dagli amministratori delle società edili, ai professionisti tecnici, fino agli asseveratori e agli amministratori condominiali.
Il meccanismo prevedeva la creazione di crediti fiscali fittizi, che venivano poi ceduti a soggetti terzi o utilizzati per compensare imposte dovute, tramite la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate. I reati ipotizzati a vario titolo sono gravi: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica e dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici.
Il decreto di sequestro, firmato dal GIP del Tribunale di Vasto, Fabrizio Pasquale, ha portato al congelamento di somme di denaro, quote societarie, immobili e crediti, in diverse città italiane: da Pescara a Napoli, da Milano a San Severo (Foggia), fino a Jesi (Ancona) e Lavello (Potenza).
In attesa del giudizio definitivo, nei confronti degli indagati vale la presunzione di innocenza.
«Le attività di prevenzione e repressione svolte quotidianamente dalla Guardia di Finanza contro le indebite compensazioni e la circolazione di crediti d’imposta fittizi – sottolinea il comandante provinciale, colonnello Michele Iadarola – mirano a tutelare l’integrità dei fondi pubblici destinati a famiglie e imprese».