VASTO – «Chiediamo un intervento immediato. Se non si riesce in tempi celeri a spostare le tartarughe si proceda quanto meno allo spostamento dei volatili in luoghi idonei». L’avvocato Donatella Monaco – che ha inviato una diffida al Comune – sollecita interventi per far cessare la convivenza nel laghetto della villa comunale tra le tartarughe esotiche della specie Trachemys Scripta e le oche.
«Sono successi degli episodi abbastanza cruenti: alcuni anatroccoli sono stati divorati dalle tartarughe, una specie aliena del genere Trachemys scripta», racconta l’avvocato Monaco, «in seguito a questo episodio il mio studio legale, che si occupa di questioni legate al benessere animale, è stato contattato da alcuni cittadini. Qui ci sono ipotesi di reato per maltrattamenti, puniti dal codice penale. Contestualmente ho ricevuto incarico dal comando provinciale delle guardie ambientale GEAV, nella persona di Marco Cannarsa e dal NOETAA (nucleo operativo ente tutela animali e ambiente) di Campobasso, i cui rappresentanti si trovavano casualmente a Vasto e loro stessi hanno assistito alla predazione degli anatroccoli e delle uova. Su incarico di queste associazioni ho mandato una PEC al Comune di Vasto, alla polizia locale, ai carabinieri forestali e ai servizi veterinari della Asl per denunciare questa situazione. Inoltre le mangiatoie sono sempre vuote: evidentemente il cibo per le oche non viene erogato in quantità sufficiente o con tempistiche sufficienti. Non ci sono neanche sufficienti ricoveri che consentano a questi animali di potersi riparare dal sole e dalla pioggia. Il vicino comune di Termoli, anche attraverso la collaborazione del NOETAA, è riuscito ad ottenere lo spostamento delle tartarughe presso un Centro specializzato che si trova in Emilia Romagna. Noi abbiamo chiesto un intervento immediato del Comune e delle autorità competenti affinché cessi lo stato di maltrattamento di questi animali», riassume il legale, «chiediamo che una volta per tutte le tartarughe vengano spostate dal laghetto che versa in condizioni malsane anche per la salute umana. Se non si riesce in tempi celeri a spostare le tartarughe si proceda quanto meno allo spostamento dei volatili in luoghi idonei».
«Sono quindici anni che cerco occuparmi di questo laghetto che ha delle criticità annose e che non può certo essere dato in gestione a ditte che fanno multiservizi», sostiene Marco Cannarsa, comandante provinciale Geav, «qua ci sono degli animali, ci sono dei protocolli da seguire, ci sono delle attenzioni da dare. Oggi ci ritroviamo con delle papere incrociate con germani reali, quindi c‘è un inquinamento genetico. Insieme alle Trachemys scripta ci sono anche tartarughe palustri europee, come la Emys orbicularis che è protetta da convenzioni. Ho contattato più volte i carabinieri forestali e mandato loro anche dei video ma non mi hanno mai risposto. Questo mi dispiace perché cerchiamo sempre di essere collaborativi, ma in questi anni abbiamo trovato sempre grandi muri e poca voglia di risolvere un problema che con un pò di impegno si potrebbe risolvere facilmente. Ci sono i centri di recupero, di soluzioni ce ne sono tante», conclude Cannarsa.