CHIETI – Un grave episodio di violenza ha scosso la giornata di ieri all’interno del carcere di Chieti, dove una detenuta trasferita da Roma per motivi legati all’ordine e alla sicurezza ha aggredito un’agente della polizia penitenziaria. A darne notizia è Mauro Nardella, componente della segreteria nazionale del sindacato CNPP-SPP, che denuncia un clima sempre più teso e ingestibile all’interno dell’istituto.
Secondo quanto ricostruito, la donna – già nota per precedenti comportamenti violenti – avrebbe prima devastato la cella in cui era ospitata insieme ad altre detenute, per poi colpire l’agente con sputi e percosse. L’aggressione ha costretto la poliziotta a ricorrere alle cure del pronto soccorso: è stata sottoposta a profilassi infettivologica, come previsto in questi casi, e a trattamenti ortopedici per una forte contusione al polso. La prognosi è di quindici giorni, ma – sottolinea il sindacato – le conseguenze psicologiche dell’episodio potrebbero allungare i tempi di recupero.
Nel mirino del CNPP-SPP c’è l’organizzazione del lavoro all’interno della sezione femminile, dove – secondo quanto riportato – spesso un solo agente si trova a gestire l’intera area.
«È evidente che qualcosa non va nel carcere di Chieti» afferma Nardella. «La mancanza di una sezione specifica, prevista dall’articolo 32 dell’ordinamento penitenziario per il contenimento dei detenuti autori di gesti violenti, rende estremamente complesso il mantenimento dell’ordine e della sicurezza. Non possiamo lasciare soli gli operatori di fronte a situazioni così critiche».
Il sindacato annuncia l’intenzione di effettuare una visita ispettiva all’istituto nelle prossime settimane, per verificare l’attuale assetto organizzativo e, se necessario, chiedere una revisione delle strategie operative.
«Alla collega aggredita vanno i nostri migliori auguri di pronta guarigione» conclude Nardella. «Ma è il momento di agire: servono misure urgenti e concrete per tutelare chi ogni giorno garantisce sicurezza e legalità negli istituti penitenziari».