VASTO – «Il giornalismo è una cosa, l’informazione è un’altra. Il giornalismo è una cosa più complicata, significa raccontare qualcosa che qualcuno non vuole che si sappia». Peter Gomez, nome di punta del giornalismo italiano, ha chiuso ieri sera le anteprime del Vasto d’Autore Festival.
Una «lectio sulla libertà di stampa», quella che Gomez ha tenuto davanti all’attenta platea radunata nei giardini napoletani di Palazzo D’Avalos. La differenza tra giornalismo ed informazione, come ha inciso la crisi economica che «ha reso i giornalisti meno liberi», i social «che sono diventati un mezzo di controllo di massa», ma anche piccoli aneddoti sulla sua storia personale, su come è diventato giornalista («per caso»), ma senza perdere mai di vista il tema della serata: la libertà di stampa. «Il giornalismo deve essere urticante, non deve guardare in faccia a nessuno», ha ripetuto Gomez, secondo il quale «essere un buon giornalista oggi significa ricordarsi che l’unica battaglia che non bisogna perdere è la mattina con il proprio specchio».
Prima di Gomez sul palco era salito Stefano Bartezzaghi, scrittore e semiologo, tra i più importanti divulgatori di giochi di parole. Bartezzaghi – che sul palco ha dialogato con il preside Nino Fuiano – ha raccontato la genesi della sua ultima pubblicazione «Bozze non corrette», un gioco linguistico in cui lo scrittore coinvolge attivamente il lettore nella caccia ai refusi volontari disseminati all’interno del testo.
Come dicevamo con gli ospiti della terza serata della rassegna ideata da Patrizia Angelozzi si sono concluse le anteprime del Vasto d’Autore Festival. Il prossimo appuntamento – sabato 21 giugno alle ore 21,30 a Palazzo D’Avalos – è dedicato a Chiara Francini che, oltre ad essere un’attrice molto conosciuta, è anche autrice del romanzo «Le querce non fanno limoni» (Rizzoli).