di Anna Bontempo
SAN SALVO – In duecento – fra medici, infermieri, terapisti e altre figure professionali che per tanti anni hanno lavorato all’ospedale di Gissi – si sono ritrovati al Gabri Park Hotel di San Salvo per ricordare i vecchi tempi. È stata molto più di una rimpatriata tra colleghi, quasi una sorta di “Amarcord” sanitario. Tra i presenti anche il professor Lucio Achille Gaspari, che nel presidio ospedaliero, fatto realizzare dal padre ministro, ha prestato la propria attività professionale. La conviviale, inevitabilmente, è stata anche l’occasione per parlare della sanità pubblica e di come è cambiata negli anni.
«È stata una esperienza bellissima, molto commovente», dice la dottoressa Loredana Manso, «sfido chiunque a trovare un’altra occasione come questa per coloro che hanno lavorato, a tutti i livelli, in un ospedale che funzionava benissimo e che fu chiuso nonostante fosse molto utile e prezioso per l’assistenza sanitaria nell’Alto Vastese. Ed è commovente ritrovarsi dopo tanti anni con lo stesso amore e la stessa armonia. C’è tanto rimpianto perché si lavorava davvero bene, si cercava di dare il massimo alla popolazione, anche dal punto di vista umano. La situazione dell’Alto Vastese non è semplice», annota il medico, «ci sono paesi lontani fra loro, che adesso sono abbandonati. Era diverso quando c’era l’ospedale di Gissi: cercavamo di fare il massimo. Adesso la popolazione dell’Alto Vastese è in difficoltà. Noi lavoravamo in armonia, eravamo una grande famiglia. Bastava telefonare al falegname se c’era uno scaffale rotto, non c’era bisogno di scartoffie. Molto dovevamo al ministro Gaspari che amava la sua città dove aveva realizzato il sogno di un ospedale, quindi ci teneva tantissimo affinchè funzionasse. Quando un’apparecchiatura non funzionava bastava dirlo al ministro e il problema si risolveva nel giro di tre giorni. Non avevamo mai carenze di questo genere. Adesso non è più così: la sanità pubblica sta forse morendo, non c’è più la possibilità di lavorare con il cuore. Questo evento ci ha riportato indietro nel tempo a quel livello di assistenza elevato che non c’è più. Il professor Lucio Gaspari ha fatto proprio questo tipo di riflessione. La sanità pubblica è fondamentale».
L’idea è nata dalla voglia di rincontrarsi. Magari per una pizza. «Da poche persone che volevamo essere, siamo riusciti a coinvolgerne 200», rimarca Maria Grazia Marrone, coordinatrice infermieristica.